Riprodotto per la prima volta in laboratorio un effetto magnetico la cui esistenza era stata prevista su base teorica negli anni Cinquanta. L’esperimento, condotto presso la Ohio State University (Usa) da un gruppo di ricercatori guidato da Oliver Waldmann, ha mostrato che il fenomeno può essere spiegato con le leggi della fisica classica senza ricorrere a quelle della meccanica quantistica, contrariamente a quanto ci si attendeva viste le dimensioni del materiale interessato. Si tratta infatti di cromo-8 (Cr8), un cosiddetto magnete molecolare. In questi materiali gli atomi si dispongono in modo che le singole molecole assumono carattere magnetico (antiferromagnetico nel caso del Cr8). Waldmann e colleghi ne hanno raffreddato un campione fino alla temperatura di pochi gradi Kelvin (circa 260 gradi centigradi sotto zero) bombardandolo poi con neutroni. L’urto dei neutroni sugli atomi del magnete, che a quella temperatura si trovano nel loro stato energetico più basso, genera un’eccitazione detta “di Néel”, che era stata prevista dal premio Nobel Philip Warren Anderson nel 1952, ma mai dimostrata finora. “Questi risultati (pubblicati su Physical Review Letters, ndr.)”, sostiene Waldmann, “suggeriscono che è possibile comprendere importanti aspetti di fenomeni quantistici con ragionamenti classici”. (f.c.)
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