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Mondiali del Brasile, attenti alla dengue

Non manca che una ventina di giorni all’inizio dei mondiali in Brasile, ma l’attenzione in quei giorni lì non sarà solo per le nazionali di calcio che si sfideranno sul campo. Uno studio pubblicato su Lancet Infectious Disease infatti ha elaborato una stima dei rischi di focalai di febbre dengue, l’infezione virale trasmessa dalle zanzare che negli ultimi anni ha colpito soprattutto il Brasile e per la quale non esise ad oggi un vaccino.

Secondo l’analisi proposta dai ricercatori, il pericolo di focolai di febbre dengue durante il mondiale dovrebbe essere basso in città quali Brasília, Cuiabá, Curitiba, Porto Alegre, e San Paolo. Più alto, ma ancora contenuto a  Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Salvador, e Manaus mentre le città di Recife, Fortaleza (phigh=46%), e Natal sono quelle che il prossimo giugno saranno in pericolo maggiore. I risultati, come racconta la Bbc, sono stati elaborati mettendo insieme dati meteorologici (come quelli relativi alla pioggia, alle temperature, alle altitudini delle città) e demografici (quali la densità di popolazione delle aree considerate). “La possibilità di una grande epidemia di febbre dengue durante la Coppa del Mondo in grado di infettare i visitatori e la diffusione della dengue nel loro paese di origine”, commenta Rachel Lowe del Catalan Institute of Climate Sciences di Barcelona, a capo dello studio: “dipende da una combinazione di molti fattori, tra cui un gran numero di zanzare, una popolazione suscettibile, e un alto tasso di contatti zanzara-esseri umani”.

Considerando il gran numero di visitatori attesi per i mondiali nelle città brasiliane, è quindi utile per le autorità avere a diposizione un sistema di stima del rischio infezioni, per favorire la repentina segnalazione dei focolai alle autorità sanitarie competenti e per attivare adeguati meccanismi di controllo.

Riferimenti: The Lancet Infectious Disease Doi: 10.1016/S1473-3099(14)70781-9

Credits immagine: PAHO/WHO/Flickr

 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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