Monitoraggio ad alta quota

AIDSL’epidemia dilaga Il numero di persone contagiate dal virus Hiv ha superato la soglia dei 40 milioni. Nonostante gli sforzi per contenere l’epidemia, la malattia è in aumento in tutte le regioni del mondo e riguarda anche categorie una volta considerate a basso rischio, come eterosessuali e coppie sposate. Il rapporto annuale delle Nazioni Unite (Unaids) e dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) presentato a Ginevra denuncia un trend allarmante: nel 2005 ci sono stati 4 milioni e 900 mila nuovi sieropositivi, uno degli aumenti su base annua più alti dal 1981, quando la malattia è stata identificata per la prima volta. In questo anno, si contano oltre 3 milioni di vittime, delle quali 500.000 bambini. La zona del mondo più colpita resta l’Africa subsahariana, con il 64 per cento dei nuovi casi, ma è soprattutto nell’Europa dell’Est e nell’Asia orientale che si registra una preoccupante impennata di contagi. Nell’est europeo il numero di morti per Aids è quasi raddoppiato rispetto al 2003 e quello dei nuovi casi è aumentato del 30 per cento. Situazione simile in Asia, dove la crescita è stata del 25 per cento. La donne sono le più colpite: in Africa rappresentano il 77 per cento del totale. Anche in Italia la trasmissione del virus è in crescita, segno che la percezione del rischio di Aids si è abbassata. La malattia fa meno paura, anche perché la disponibilità di farmaci antiretrovirali sempre più innovativi è stata percepita come una possibilità di cura. Secondo il rapporto, sono necessari interventi di prevenzione di più ampia portata. (da.c.)(lunedì 21 novembre) BIOLOGIAIl sesso che aiuta i batteri Per acquisire nuove capacità, come la resistenza agli antibiotici, i batteri “rubano” l’informazione genetica ad altri microrganismi che si sono adattati meglio alle pressioni ambientali. La modalità con cui attuano questa strategia è l’equivalente per i microbi del sesso e si chiama trasferimento genico orizzontale. I ricercatori dell’European Molecular Biology Laboratory (Embl), delle Università di Manchester e Eötvös Lorànd di Budapest hanno pubblicato su Nature Genetics i risultati del primo studio sistematico sulle reti metaboliche dei microbi, studiando il batterio Escherichia coli. “Le reti metaboliche”, come spiega Martin Lercher, uno dei partecipanti alla ricerca, “sono costituite da insiemi di proteine che interagiscono tra loro permettendo al batterio di svolgere le reazioni chimiche per costruire o degradare le sostanze”. Gli scienziati hanno ricostruito l’evoluzione metabolica di E. coli degli ultimi 100 milioni di anni, stimando che circa 25 dei 900 geni implicati nel metabolismo del patogeno sono stati acquisiti tramite trasferimento genico orizzontale. La tecnica ha un ruolo cruciale nella resistenza che gli agenti infettivi acquisiscono contro gli antibiotici. La maggior parte dei geni scambiati, infatti, aiuta i batteri non tanto a migliorare la sopravvivenza nell’ambiente, che già conoscono, quanto ad adattarsi meglio a nuovi habitat o ai cambiamenti ambientali a cui sono sottoposti, come per esempio i farmaci. (a.p.)Sul Monte Rosa sono state trovate tracce di test nucleari. L’annuncio è stato dato nel corso del convegno svoltosi a Roma “Le montagne testimoni dei cambiamenti globali. Ricerche in Himalaya e Karakorum”, organizzato dal Comitato Ev-K2-Cnr. “Abbiamo trovato tracce di trizio derivato dai test nucleari effettuati da americani, russi e francesi fra il 1959 e il 1963”, ha affermato Carlo Barbante, dell’Istituto di dinamica dei processi ambientali (Idpa) del Cnr di Venezia. L’elemento radioattivo ritrovato potrebbe derivare dagli esperimenti effettuati in Algeria, Kazakhistan o nel Pacifico, che per effetto delle correnti è arrivato anche in Italia. Durante le analisi in alta quota, i ricercatori dell’Idpa hanno inoltre rilevato tracce di cesio 137 derivato dall’incidente nucleare di Chernobyl. Gli studi di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico in montagna proseguono ora con nuovo accordo di collaborazione per il rilevamento del mercurio, l’elemento non radioattivo più tossico sulla Terra, secondo solo al plutonio. L’accordo, siglato tra Italia, Cina e Usa, vede cooperare l’Iia (Istituto per l’inquinamento atmosferico) del Cnr di Roma, la Sepa (State Environmental Protection Agency of China), la Epa (Environmental Protection Agency). I re continenti asiatico, americano e europeo sono infatti quelli che emettono la percentuale più alta di mercurio nell’atmosfera., in particolare in Cina ed India, i paesi a rischio maggiore di contaminazione. (m.z.)

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