Musica ex machina

    Da sempre la musica ha occupato un posto di grande importanza nelle culture di tutte le latitudini, e nell’antichità le furono attribuiti poteri particolari, persino magici.Subito messa in relazione con i Grandi Sistemi venne spesso correlata alle pratiche religiose, all’astronomia e alle teorie cosmogoniche. Comunque, almeno fino al1200, fu considerata soprattutto Scientia matematica acquisendo poi, al volgere del Medioevo, la connotazione a noi più familiare di Ars.
    Questa rubrica intende ripercorrere le principali tappe del cammino della musica soffermandosi laddove è stato più evidente e importante il legame con l’aspetto speculativo-scientifico. Dalle sperimentazioni di Pitagora alle alchimie musicali dei Maestri fiamminghi, passando per il Barocco e per le geniali macchine musicali di Kircher, fino all’avvento della computer music e alla Musica delle Stelle di Stockhausen, cioè al recupero, nella nostra epoca, di una concezione razionalistica della dimensione sonora.

    Roma, Anno di Grazia 1650

    Padre Kircher mi accoglie cordialmente e mi invita ad entrare. La stanza è ampia e luminosa e dalle grandi finestre spalancate sui tetti di Roma salgono ovattati i rumori della strada.
    Dappertutto libri; matematica, teologia, filosofia, lingue orientali, musica. Sul grande tavolo vicino alla porta antichissimi papiri egiziani.Poi, in un angolo, l’Arca…
    Il gesuita parla con un inconfondibile accento tedesco e mi racconta brevemente del suo ultimo viaggio: afferma di aver trovato un rarissimo frammento musicale risalente all’antica Grecia nel convento di S. Salvatore a Messina e di essere in procinto di iniziarne la trascrizione. “Probabilmente di Pindaro”, dice, “ma dovrà ritornare in Sicilia, sarebbe una scoperta importantissima”.

    “Professore”, esordisco, “parliamo un po’ del suo ultimo libro: Lei certamente è a conoscenza delle polemiche suscitate dalle affermazioni contenute nella Musurgia…il mondo musicale è in subbuglio. Dicono che lei abbia voluto…”

    “Mi perdoni ma la interrompo subito. Vede….io ho impiegato dieci anni per scrivere questo libro e in tutto questo tempo ho scrupolosamente vagliato, studiato ed elaborato qualsiasi elemento fosse umanamente possibile considerare. Ho conferito con tutti i maggiori scienziati e studiosi confrontando teorie ed idee, da tutti traendo conforto e incoraggiamenti per la realizzazione del trattato. Capisco che forse i compositori abbiano avuto qualche perplessità ma le assicuro che sono episodi marginali: le innovazioni proposte nella mia Musurgia Universalis hanno solo l’obbiettivo di diffondere la musica e fornire strumenti utili anche a coloro che la musica non la conoscono affatto”.

    Il libro ha dimensioni eccezionali: più di 1100 pagine dedicate alla sistematica esposizione delle basi teoriche e pratiche della musica. In effetti ogni aspetto del fenomeno acustico-musicale è preso in considerazione. Si va dallo studio sulla fisiologia della voce alla scienza armonica, dalla composizione agli strumenti musicali passando per varie classificazioni degli stili musicali e degli effetti psicologici sull’ascoltatore, dissertando sui misteriosi poteri taumaturgici della musica e sull’antica teoria pitagorica della Musica delle Sfere. Senza contare gli studi sul ritmo e i metri poetici e addirittura i progetti di “macchine musicali”. Non crede che una tale mole di indagine sia eccessiva per un’unica trattazione?

    “Alla base dell’opera c’è l’idea di Unitas. Per me tutte le scienze sono riconducibili ad un unico principio universale. Solo lo studio e la conoscenza di tale principio universale consente l’individuazione degli stretti rapporti e delle correlazioni esistenti tra le varie scienze. La musica è scienza della natura e in essa si manifesta il concetto di armonia divina. Il fondamento principale della creazione è la matematica. In essa risiede la ragione unica e primaria dell’universo”.

    Veniamo all’argomento principale: l’ottavo libro della Musurgia ha dimensioni non indifferenti e tratta, tra l’altro, delle tecniche e delle possibilità combinatorie in musica.Lei afferma di poter offrire a chiunque, anche ai non musicisti, uno strumento in grado di produrre composizioni musicali. Leggendo il libro non sempre tutto appare chiaro. Può fornirci ulteriori dettagli?

    “Al di là dell’aspetto puramente estetico la musica si avvale di regole e principi che consentono la corretta concatenazione degli accordi e la formulazione delle combinazioni consonanti dei suoni, nonché l’equilibrato fluire delle linee melodiche. Utilizzando sistematicamente le tecniche combinatorie ho creato delle tabelle, che ho chiamato tabellae melotacticae, che contengono accordi a 4 voci. Ciascuna tabella include le sequenze preparate per collimare con uno specifico metro poetico, unitamente a vari schemi di notae metrometrae, vale a dire un certo numero di strutture ritmiche da applicare alle note. Le notae metrometrae, divise in strutture in tempo binario e strutture in tempo ternario, possono essere applicate senza restrizioni a qualunque sequenza di note della tabella”.

    Professore, devo pregarla di usare un linguaggio più accessibile; credo di non avere capito nulla!

    “Ha ragione, mi scusi…Vedrò di inquadrare il problema da un’altra angolazione. Ognuno sa quanto la musica sia importante quale veicolo privilegiato della Parola di Cristo. “Chi canta prega due volte”, diceva S.Agostino, e indubbiamente la forza evocativa della musica giova molto alla fede dei cristiani e accresce enormemente la suggestione del testo sacro penetrando più profondamente nell’animo umano. Per noi gesuiti la musica è considerata un imprescindibile strumento di indottrinamento nell’opera missionaria che svolgiamo in tutto il mondo.
    Purtroppo rimane il problema di adattare alle melodie liturgiche della chiesa di Roma i testi cantati nelle lingue indigene. Questo, benché possa sembrare marginale, è sempre stato un grosso impedimento.
    Io intendo fornire a tutti la possibilità di comporre canti ad hoc per uno specifico testo di qualsiasi lingua, e dicendo tutti intendo anche chi non conosce la musica ma voglia, spinto da curiosità o da interesse, dedicarsi alla composizione musicale senza necessariamente transitare per le ostiche e aride secche dello studio teorico.Io ricevo giornalmente una gran quantità di lettere di dilettanti musicisti che mi ringraziano per aver dato loro la possibilità di godere delle gioie della creazione musicale.

    A questo scopo ha inventato l’Arca musarithmica?

    “Si avvicini, venga… (Padre Athanasius Kircher si alza e mi conduce alla macchina di sua invenzione: appare come una cassetta con una fila di paletti di legno. Su ogni paletto sono impressi dei segni per l’individuazione dei diversi suoni della scala musicale e dei ritmi.)Ecco…Poniamo il caso che lei voglia musicare un certo numero di versi poetici qualsiasi. Indubitabilmente avrà bisogno di individuare almeno 3 elementi fondamentali: innanzitutto il tono d’impianto della composizione (la tonalità n.d.r.) che ben si attagli al carattere dei versi in questione. Successivamente sarà necessario scegliere tra le tabellae già predisposte quella più adeguata rispetto alla struttura metrica del testo, cioè al numero di sillabe e alla quantità della penultima sillaba del verso.. Mi proponga lei stesso un esempio di testo da musicare: anche breve, non importa adesso approfondire, è solo per rendere l’idea”.

    Pensavo ai primi quattro versi del Veni Creator Spiritus:

    Veni Creator Spiritus
    Mentes tuorum visita
    Imple superna gratia
    Quae tu creasti pectora

    “Andranno benissimo. Si vede chiaramente che il verso è lungo 8 sillabe, con penultima sillaba breve. La tabella corrispondente è la sesta, dalla quale si ricava una successione numerica. Nel nostro caso potrebbe essere

    55555555 33334334 33287667 54328878
    77778778 88888888 88235545 86543523
    22233223 55566556 33482222 34568555
    55538558 88864884 88765225 82346558

    intendendo che questa non è l’unica possibilità combinatoria che ho a disposizione per musicare il testo. E’ solo quella che scelgo di usare. Rimane ancora da stabilire se la scansione del tempo debba essere binaria o ternaria, quindi si dovrà operare una selezione fra le notae metrometrae all’interno della tabella scelta. Il resto sono solo azioni ripetitive perché occorre applicare tale principio ad ogni sillaba del testo; ma appunto a questo serve l’Arca musarithmica. (Kircher aziona la sua macchina infernale da cui viene fuori una astrusa serie di cifre)”.

    Non vedo note musicali. Solo numeri!

    “Ma questa è musica! Ad ogni cifra corrisponde un suono. Basta trascrivere. Vede, è soprattutto un gioco di assemblaggio di sequenze musicali preordinate. Anche avendo a disposizione un limitato numero di sezioni l’operatore è in grado di realizzare concatenazioni di sequenze di accordi sempre diverse. Si tratta di un modo di procedere che evita intrinsecamente la ripetizione di sequenze già utilizzate. Tenga presente, per fare un esempio, che il numero delle combinazioni delle ventuno lettere dell’alfabeto italiano è di oltre 51 milioni di milioni di milioni… Io ho previsto 436 sequenze. Se un angelo all’inizio del mondo avesse cominciato a combinare i numeri tra loro oggi non avrebbe ancora finito. Naturalmente questa è l’applicazione più semplice del mio metodo. In realtà ho contemplato la possibilità di comporre utilizzando tutti gli artifici tecnici in qualsiasi stile”.

    E’ quanto dice nell’ultima parte dell’ottavo libro, in verità parecchio astratta…

    “Ho delineato solo alcune indicazioni di massima. La potenza rivoluzionaria del sistema non è argomento che può essere divulgato indiscriminatamente. Ho già scritto che mi riservo di svelare i dettagli segreti della Musurgia rethorica esclusivamente “solis Princibus, summis Viris, Amicisque…”

    Kircher cambia rapidamente discorso e mi parla delle altre sue invenzioni: ingegnose e complicatissime macchine per perfezionare la tecnica degli strumenti destinate, secondo lui, ad entrare presto nell’uso abituale. Uno xilofono a tastiera azionato mediante un sistema di leve e martelletti; un violino con l’arco meccanico; un sofisticato apparato di contrappesi collegato ad una serie di campane intonate secondo la scala musicale…Si sofferma poi ad illustrare le sue teorie sul misterioso potere terapeutico della musica la quale sarebbe in grado di curare malattie come la peste, o essere efficace persino contro il morso della tarantola. Singolari fantasticherie, direi, dato che Kircher mi confida di credere ancora all’esistenza di Sirene e Grifoni.

    L’intervista si conclude e mi congedo da lui. Nelle strade migliaia di pellegrini giunti da ogni parte del mondo in occasione del Giubileo affollano e assediano la città.
    Non riesco a smettere di pensare all’Arca. Paradossalmente il sistema ideato da Kircher mi appare troppo poco sviluppato. La potenzialità delle tecniche combinatorie è enorme ma la trattazione è lacunosa e priva dell’adeguato inquadramento che consentirebbe di raggiungere completamente l’obbiettivo.
    Credo che egli, senza averne piena consapevolezza, abbia scoperchiato casualmente il buio pozzo della Conoscenza e contemplato per un attimo la strabiliante visione prospettica del futuro.

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