Nanoparticelle cangianti

Le nanoparticelle possono cambiare la loro struttura cristallina quando vengono bagnate. Un gruppo di scienziati dell’Università di Berkeley in California ha scoperto questo insolito effetto dalle implicazioni al momento in gran parte sconosciute. I risultati della ricerca, apparsi su Nature, confermano il bizzarro comportamento già altre volte mostrato dalle nanoparticelle. In questo caso l’attenzione dei ricercatori è stata rivolta a un materiale semiconduttore come il solfuro di zinco, ridotto in piccolissimi pezzetti di spessore pari a circa tre nanometri, costituiti soltanto da poche centinaia di atomi. Una volta bagnate, le particelle hanno evidenziato una struttura cristallina complessiva molto più ordinata di quando si presentano asciutte. Tale risultato si potrebbe spiegare in virtù dei cosiddetti “effetti di superficie” riscontrati anche in altri tipi di nanoparticelle. Se questa ipotesi sarà confermata, potremo essere in grado, in futuro, di scoprire le proprietà di questi materiali semplicemente osservando le caratteristiche della loro superficie. Una suggestiva applicazione di tale scoperta può essere il loro impiego come sensori d’acqua capaci di stabilire la provenienza di materiali di origine cosmica: una nanoparticella generata in un luogo contenente acqua mostrerebbe infatti una superficie ordinata al contrario di una generata in un ambiente sprovvisto di acqua. Si potrebbe, allora, stabilire con buona approssimazione se un frammento di roccia rinvenuto sulla Terra o prelevato da una sonda spaziale proviene o meno da un pianeta in cui vi sia presenza d’acqua. (m.cap.)

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