Forse i Neanderthal non erano solamente lontani cugini dell’Homo Sapiens, ma – almeno in alcune zone d’Europa – anche fratelli, figli e nipoti dei nostri antenati. È il risultato di un nuovo studio internazionale pubblicato su Plos One, che ha analizzato un fossile di Neanderthal proveniente dai Monti Lessini, in Veneto, scoprendo caratteristiche tipiche della nostra specie nella conformazione del mento dell’esemplare. Secondo i ricercatori, tra i quali figurano David Caramelli e Martina Lari dell’Università di Firenze, è la prova di un meticciamento tra le due specie, avvenuto nel nord della penisola circa 40.000 anni fa.
Il reperto analizzato è una mandibola proveniente dalla collezione del Museo di Storia Naturale di Verona, sulla quale i ricercatori hanno riscontrato caratteri tipici solo dell’Homo Sapiens. “Il mento non è più sfuggente come nei neanderthaliani classici”, spiegano i ricercatori, “ma mostra un accenno di protuberanza come negli uomini moderni e lascia supporre l’esistenza di una possibile specie ibrida“. A riprova della tesi ci sarebbe inoltre un altro elemento: anche in altre aree geografiche d’Europa dove le due specie hanno convissuto sono stati trovati neanderthaliani con un inizio di mento osseo.
Per arrivare alla loro conclusione, i ricercatori hanno utilizzato un approccio multidisciplinare e nuove tecniche di indagine innovative, come la morfometria geometrica (un insieme di tecniche che si propongono di analizzare le differenze tra le forme biologiche catturando la geometria complessiva, e non semplici misure, delle strutture biologiche) e lo studio del Dna antico.
Riferimenti: Plos One doi:10.1371/journal.pone.0059781
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