Conoscere nei particolari il meccanismo tossico dell’antrace, la via che il Bacillus anthracis prende una volta arrivato nei pressi della cellula da colpire. C’è riuscito un gruppo di ricercatori della University of Wisconsin-Madison guidati da John A. T. Young. La tempestività della loro scoperta è tale da indurre la rivista scientifica Nature ad anticipare la notizia a oggi, anche se lo studio verrà pubblicato solo l’8 novembre prossimo. Una volta entrato nella cellula, affermano i ricercatori americani, il batterio secerne una tossina formata da tre componenti. Due di questi – il fattore edema (EF) e quello fatale (LF) – si spargono all’interno, mentre il terzo, l’antigene protettivo (PA), legandosi al recettore della tossina dell’antrace (ATR) rimane più in superficie e permette ai primi due di entrare e uscire dalla cellula. E proprio modificando geneticamente l’ATR, Young è riuscito a bloccare l’antrace fuori dalla cellula. “Una promessa per lo sviluppo di nuove vie al trattamento dell’antrace”, come ha sottolineato lo stesso ricercatore. Cura che nel mondo, al di là degli allarmismi di questi giorni, servirà ad almeno 2000 persone. Quelle concentrate in due aree principali: la prima dalla Spagna fino all’Asia centrale, attraverso le regioni del Mediterraneo, la seconda dal Perù al Vietnam passando per l’Africa sub-sahariana. Perché, come ricorda il Financial Times, l’antrace naturale è ancora molto diffuso. (l.g.)
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