Salute

Nel colore dei capelli e nella pelle l’eredità dei Neanderthal

La verità, sostengono dal Max Plank Institute per l’antropologia evoluzionistica di Lipsia (Germania), è che condividiamo con l’uomo di Neanderthal molti più tratti di quel che immaginassimo. La ricerca, pubblicata sull’American Journal of Human Genetics, evidenzia come il DNA dei Neanderthal conservato nel nostro genoma contribuisca a determinare diverse caratteristiche dell’essere umano moderno: dalla tonalità della pelle al colore dei capelli, dall’umore agli schemi delle fasi del sonno.

Ispirato da alcuni studi che hanno rivelato l’associazione tra il DNA ereditato dall’uomo di Neanderthal e lo sviluppo dei meccanismi dell’immunità e la predisposizione a certe malattie, il team di Janet Kelso si è interrogato sull’eventualità che il materiale genetico che abbiamo ereditato dai nostri antichi cugini sia connesso anche ad altri tratti che variano comunemente nelle popolazioni non africane moderne.

Le indagini, effettuate su più di 112mila campioni biologici conservati per il progetto britannico Biobank, hanno confermato il sospetto dei ricercatori: il tono dell’incarnato, la facilità con cui ci abbronziamo e il colore dei capelli sono fortemente influenzati da quel 2-6% di materiale genetico neandertaliano che conserviamo nel nostro genoma.

Ciò che ha lasciato più sorpresi i ricercatori è la variabilità degli alleli neanderthaliani ritrovati nella popolazione analizzata: alcuni predisporrebbero a un incarnato più scuro, altri più chiaro. La stessa cosa è stata osservata per il colore dei capelli. “Questi risultati” commenta il principale autore dello studio Michael Dannemann, “fanno pensare che già tra gli uomini di Neanderthal esistessero differenze significative in alcuni tratti dell’aspetto fisico, proprio come avviene oggi nell’essere umano moderno”.

Non è finita qui: anche i ritmi del sonno e i meccanismi che regolano l’umore sarebbero secondo questo studio condizionati dal DNA dei Neanderthal. Tutte caratteristiche, fanno notare gli autori della ricerca, legate all’esposizione alla luce del sole.

Una possibile spiegazione di questa diversità rispetto ai nostri antenati originari dell’Africa starebbe nel fatto che l’uomo di Neanderthal, nel momento dell’incontro tra le due specie di Homo circa 100mila anni fa, fosse già ben adattato ai livelli più bassi ma variabili di radiazioni ultraviolette tipici dell’Eurasia.

Riferimenti:American Journal of Human Genetics

Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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