Vita

Un T. rex con le labbra, che non era come ce lo siamo immaginato

Avete in mente le classiche rappresentazioni del muso e soprattutto della bocca del feroce T. rex? A quanto pare, molte di queste immagini andranno riviste: ebbene sì, i risultati di uno studio pubblicato su Science ci mostra che i denti del T. rex erano coperti da labbra simili a quelle delle lucertole. Questo significa che le spaventose zanne non erano visibili quando l’animale aveva la bocca chiusa, contrariamente a quanto abbiamo pensato fino ad oggi.

Come si studia la bocca di un animale estinto?

La chiave per studiare questi dettagli sono le analogie con specie tuttora viventi. I ricercatori che hanno condotto lo studio hanno infatti analizzato le varie caratteristiche della bocca – fra cui morfologia della mascella, struttura e modelli di usura dei denti, rapporto fra la loro lunghezza e quella delle ossa del cranio – in gruppi di rettili con le labbra (come appunto le lucertole) o senza (come ad esempio i coccodrilli). Mettendo a confronto questi dati con gli stessi relativi ai dinosauri terapodi – di cui il nostro T. rex faceva parte – gli scienziati hanno concluso che l’anatomia e la funzionalità della bocca di questi ultimi assomiglia più a quella delle lucertole che a quella dei coccodrilli, implicando appunto l’esistenza di labbra che coprivano completamente i denti quando la bocca era chiusa.

“I paleontologi spesso amano comparare animali estinti ai loro più vicini parenti ancora in vita – spiega Derek Larson, coautore dello studio e Collections Manager e ricercatore in paleontologia presso il Royal BC Museum in Canada – ma nel caso dei dinosauri, i loro parenti più vicini [i coccodrilli, nda] si sono differenziati a livello evolutivo per centinaia di milioni di anni e ad oggi sono incredibilmente specializzati. È piuttosto sorprendente quanto i denti dei teropodi siano simili a quelli dei varani [lucertole giganti, nda]. Dal più piccolo varano nano al drago di Komodo, i denti funzionano più o meno allo stesso modo”. Quindi, conclude il ricercatore, nonostante dinosauri e lucertole non siano strettamente imparentati, è ragionevole comparare i due gruppi di animali sulla base di queste evidenti somiglianze funzionali.


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L’influenza del pop sul corso della scienza

Questi risultati, si legge nell’articolo, non cambiano solo la nostra percezione per quanto riguarda l’aspetto di questi giganti predatori estinti, ma potrebbero anche darci nuove informazioni sulle loro abitudini alimentari o sul modo in cui si sono evoluti nel tempo. Ma quanto peso hanno avuto le nostre convinzioni culturali in tutta questa storia? I disegnatori di dinosauri, racconta Mark Witton della University of Portsmouth, co-autore dello studio, sono stati indecisi su come raffigurare la bocca dei dinosauri a partire dal diciannovesimo secolo, quando abbiamo iniziato a ricostruirne i dettagli: “i dinosauri senza labbra sono diventati più rinomati negli anni ’80 e ’90. Allora erano profondamente radicati nella cultura popolare grazie a film e documentari – Jurassic Park e i suoi sequel, Walking with Dinosaurs e così via”.

Secondo il ricercatore, la nostra affezione verso la feroce estetica del nostro amato T. rex sarebbe almeno in parte responsabile dell’assenza, almeno fino ad oggi, di studi e scoperte scientifiche che correggessero il nostro modo di pensare e quindi di comprendere i giganti carnivori del passato. Con questo lavoro, prosegue Witton, “stiamo stravolgendo questa rappresentazione popolare coprendo i loro denti con labbra simili a quelle di una lucertola. Ciò significa che molte delle nostre rappresentazioni preferite di dinosauri non sono corrette, compreso l’iconico T. rex di Jurassic Park”.

Via: Wired.it

Crediti immagine: Huang Yingone su Unsplash

Sara Carmignani

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