Gli americani mangiano troppo e male: preferiscono snack, dolci e hamburger a una dieta ricca di frutta e verdura. Risultato: sono tutti a rischio obesità, con le conseguenze che ne derivano, come i problemi cardiaci. Uno studio, condotto da un gruppo di ricercatori della Scuola di salute pubblica e medicina dell’Università del Nord Carolina, denuncia il cambiamento delle abitudini alimentari degli americani: nel corso degli anni tutti, senza distinzione di età, hanno adottato una dieta ipercalorica, con la tendenza crescente a consumare pasti tutt’altro che salutari, fuori casa. Gli scienziati Samara Nielsen, Anna Siega-Riz e Barry Popkin, hanno pubblicato su Obesity Research i risultati di un’indagine che ha analizzato un campione di 63380 persone, divise per fasce d’età (2-18, 19-39, 40-59, 60-) confrontando il loro apporto calorico con i dati relativi al rapporto tra consumo di cibo nel biennio 77-78. Hanno rilevato che tutti i gruppi mangiano in proporzione la stessa quantità di cibo ipercalorico, dimostrando che l’obesità è un’epidemia che colpisce la popolazione, indipendentemente dall’età. Nel 1977, per esempio, gli snack apportavano l’11,3 per cento del fabbisogno energetico dell’americano medio, contro il 17,7 per cento del 1996. Inoltre, per quanto gli anziani mangino meno snack dei giovani, il loro consumo di questi cibi è raddoppiato dal ‘77 ad oggi. (p. m.)
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