Una nuova gemella vegana dell’eparina

Il farmaco anticoagulante eparina potrebbe assumere presto una nuova silhouette, vegana e più snella nella sua struttura molecolare. Un gruppo di ricercatori dell’università statunitense Rensselaer Polytechnic Institute, infatti, ha messo a punto una formulazione sintetica, ancora in fase di prototipo, che potrebbe sostituire quella usata comunemente, di origine animale. Questa eparina vegana presenta un ridotto rischio di contaminazione ed essere più sicura per i pazienti che hanno specifici problemi renali. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Science Translational Medicine. Per ora, sono stati condotti studi preclinici, cioè in vitro e su animali, il primo step della sperimentazione, che ne hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza. Dunque, il primo semaforo è verde, il prossimo passo sarà quello di realizzare studi clinici sull’essere umano per valutare nuovamente efficacia e sicurezza di questa sostanza.

Introdotta alla fine degli anni ’30, l’eparina è un farmaco anticoagulante importantissimo per prevenire e trattare la formazione di trombi, la trombosi venosa, e viene prescritta a varie categorie di pazienti, fra cui donne in gravidanza o persone affette dal cancro. Ad oggi, l’eparina più utilizzata è quella cosiddetta a basso peso molecolare o frazionata, più sicura ed efficace di quella non frazionata, ed è un composto derivato e rielaborato dal maiale. Tuttavia, questo farmaco presenta un rischio di contaminazione dovuto all’eventuale presenza di prodotti adulterati durante il processo di produzione e distribuzione. Un rischio che divenne manifesto nel 2007, quando si verificò un episodio di contaminazione che fece registrare è 80 casi di decesso e decine di reazioni avverse, spingendo la Fda, l’ente Usa che regola i medicinali e gli alimenti, al ritiro dei lotti.

Ma sul mercato esiste già un tipo di eparina sintetica, principio attivo fondaparinux, a peso molecolare ultra-basso, che però è controindicato nei pazienti con problemi renali. Per superare questo limite il team dell’Istituto  Rensselaer, guidato da Yongmei Xu, si è rimesso all’opera, sviluppando un prototipo ancora più promettente, basato su zuccheri sintetici, sostanze dolci alternative dello zucchero vero e proprio, con potenti proprietà anticoagulanti. Il tutto è stato realizzato con un metodo di laboratorio che consente di produrre quantità di questi zuccheri su scala dei grammi, migliorando il processo di sintesi della sostanza.

Uno dei composti sintetici messi a punto ha mostrato, in modelli di topo con trombosi venosa profonda, un’efficacia comparabile con l’eparina di origine animale, riducendo i coaguli circa del 60% in più rispetto al gruppo di controllo che non aveva ricevuto il trattamento. E questa sostanza ha mostrato effetti anticoagulanti anche a dosi più basse – pari a un quinto – di quelle ordinariamente somministrate nel caso dell’eparina di origine animale. Gli effetti anticoagulanti sono stati rilevati anche nei topolini con anemia falciforme, un’altra patologia per la quale il farmaco è utilizzato.

Insomma, anche se sono necessari ulteriori step per ottimizzare il composto, concludono gli autori, i dati suggeriscono che questa nuova eparina potrebbe sostituire quella di origine animale. E rivelarsi magari una gradita alternativa per i pazienti vegani.

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