Nuova geografia, nuove leggi

I ghiacci artici si ritirano a vista d’occhio, nuove rotte commerciali si prospettano tra Asia e Europa, e nuovi investimenti in navi rompighiaccio. Intanto, anche la presenza di turisti e ricercatori in Antartide cresce di anno in anno. Alla luce di questi rapidi cambiamenti, e in pieno Anno polare internazionale, scienziati ed esperti – ospitati dal 7 al 9 settembre dall’Università di Akureyri, in Islanda – chiedono nuove regole per la già complessa governance delle regioni polari, e tracciano le loro linee guida (Looking beyond the international Polar Year: Emerging and re-emerging issues in international law and policy in the polar regions).

Come spiega  A.H. Zakri, direttore dell’Istituto di Studi Avanzati delle Nazioni Unite (Unu-Ias), molti esperti sono convinti che per regolamentare questa nuova corsa ai poli non sarà sufficiente la legislazione internazionale esistente: in sintesi, poiché la pressione antropica su questi ambienti unici e vulnerabili sta crescendo rapidamente, sarà necessario mettere in piedi un quadro di norme ad hoc condivise globalmente. Le priorità comuni sono la regolamentazione delle rotte di navigazione, della pesca e delle altre attività economiche. Anche per Tullio Scovazzi, docente di Diritto internazionale presso l’Università Milano-Bicocca, gli stati dovrebbero adottare nuove misure per stabilire rotte preferenziali e le aree da interdire alla navigazione.

Infatti, al di là delle problematiche di cui soffre la regione artica (soprattutto l’inquinamento prodotto dalla navigazione e dalle attività estrattive, la pesca eccessiva e l’invasione delle specie aliene trasportate dalle acque di zavorra delle navi), sono necessari accordi per combattere la pesca illegale nei mari artici e proteggere gli stock ittici condivisi che migrano verso Nord in cerca di acque fredde. L’Antartide invece sta sempre più risentendo della crescente presenza di turisti (nel 2007 si sono registrate 40mila presenze) e di ricercatori, che durante l’estate arrivano ad essere oltre quattro mila, dislocati in 37 stazioni permanenti. (s.s.)

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