Salute

Nuova Sars, il virus MERS-CoV arriva da un pipistrello?

La fonte della nuova Sars, l’infezione da coronavirus MERS-CoV (Middle East respiratory syndrome coronavirus) rinvenuto in Medio oriente, Europa e Nord Africa che ha infettato 94 persone uccidendone 47, potrebbe essere un pipistrello delle tombe egiziane (Taphozous perforatus). A suggerirlo sono le analisi genetiche effettuate dal team di ricercatori guidati da Ian Lipkin della Columbia University (New York) sui campioni biologici (come sangue, feci e tamponi alla gola) di una novantina di pipistrelli provenienti dall’Arabia Saudita. Già sospettati di essere la probabile fonte del coronavirus, per i ricercatori i dati attuali, pubblicati su Emerging Infectious Diseases, confermerebbero i pipistrelli come il serbatoio dell’infezione virale. Anche se l’incertezza sulla reale origine del virus rimane, come riferisce Nature News.

A supporto della tesi di Lipkin e colleghi un dato su tutti: l’identità totale, quindi al cento per cento, di un piccolo frammento genico rinvenuto nelle feci di un pipistrello con il materiale del coronavirus isolato dal primo caso noto della nuova Sars. Abbastanza insomma per far credere che si tratti dello stesso virus all’origine dell’infezione (sebbene, scrive Science News possa essere coinvolto un ulteriore animale nel passaggio dai pipistrelli alla specie umana).

Di parere diverso Chantal Reusken, esperto di malattie infettive del National Institute for Public Health and the Environment di Bilthoven, Paesi Bassi, da cui pochi giorni fa arrivava la notizia della scoperta di anticorpi diretti contro il nuovo coronavirus nei dromedari. Reusken fa infatti notare che il frammento analizzato è lungo appena 190 nucleotidi, mentre il genoma del coronavirus ne conta circa 30 mila. Troppo poco insomma per affermare con certezza che i due virus, quello rinvenuto nel pipistrello e quello responsabile del primo caso di infezione, siano gli stessi. Potrebbe trattarsi solo di ceppi strettamente vicini, aggiunge lo scienziato. Dello stesso parere anche Patrick Chiu Yat Woo, esperto di coronavirus nei pipistrelli della University of Hong Kong, per il quale per poter dar più corpo alla scoperta sarà necessario trovare almeno altri indizi della presenza del virus in questi animali.

Riferimenti: Emerging Infectious Diseases http://dx.doi.org/10.3201/eid1911.131172

Credits immagine: Belouzard, et al. via Wikipedia

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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