Il partner si sceglie anche con il naso

Oggi l’odore del corpo è considerato qualcosa di cui vergognarsi, un sintomo di scarsa igiene, che cerchiamo di cancellare con profumi e deodoranti. Le cose però non sono sempre andate così. Nei nostri geni, infatti, portiamo ancora traccia di un periodo in cui l’odore corporeo era un indicatore importante per valutare la qualità di un potenziale compagno. A dimostrarlo è una ricerca dell’Università di Newcastel, che ha studiato quanto siano affidabili e durature nel tempo le valutazioni del fascino di un uomo fatte dalle donne basandosi sull’olfatto. I risultati, pubblicati sulle pagine della rivista Flavour and Fragrance Journal, dimostrano che il gusto femminile per un particolare odore è estremamente stabile nel tempo, e che potrebbe quindi orientare ancora oggi la scelta dei potenziali partner.

Gli odori in effetti possono veicolare un gran numero di informazioni biologicamente rilevanti, che possono risultare importanti per la scelta di un compagno. Molte specie animali utilizzano l’olfatto proprio in questo modo, annusando i pretendenti per ricevere informazioni sulla loro qualità riproduttiva, sulla loro salute, e in alcuni casi addirittura sulla reciproca compatibilità genetica. La nostra specie, almeno in passato, non faceva eccezione, e ancora oggi l’olfatto potrebbe quindi giocare un ruolo importante, anche se spesso inconscio, nel determinare le nostre preferenze per i membri dell’altro sesso.

Questa, almeno, è l’ipotesi di Craig Robert, psicologo dell’Università di Newcastle che ha coordinato il nuovo studio. Perché ciò sia possibile, esistono però due prerequisiti, che Roberts ha deciso di verificare: il nostro odore corporeo non deve variare troppo nel tempo, e inoltre la preferenza per un particolare odore deve essere stabile, come quello per un sapore piacevole o per un bel viso.

Allo studio hanno partecipato 63 donne, di età compresa tra i 18 e i 32 anni, e 92 uomini tra i 18 e i 31 anni. Ai partecipanti di sesso maschile è stato chiesto di non utilizzare prodotti profumati (come deodoranti o dopobarba), evitare cibi dall’odore forte (come l’aglio) e di non consumare alcol e sigarette per due giorni, e di indossare poi una maglietta di cotone per due notti consecutive. Le magliette sono state raccolte, e poi fatte annusare alle donne (6 diverse per ognuna di loro).

Alle partecipanti è stato chiesto quindi di dare un voto agli odori, in base a quanto ritenessero desiderabile l’uomo che aveva indossato la maglietta, ed è stato poi chiesto di valutare quanto ritenessero affascinanti delle foto del viso dei partecipanti, senza sapere ovviamente a quale di queste corrispondesse un particolare odore. L’intero esperimento è stato poi ripetuto a tre mesi di distanza.

I risultati hanno dimostrato che la preferenza delle donne per gli odori maschili è estremamente stabile nel tempo, tanto che le valutazioni olfattive sono risultate meno variabili tra il primo e il secondo esperimento di quanto non abbiano fatto invece le valutazioni dei visi. Secondo i ricercatori, lo studio dimostrerebbe che anche nella specie umana l’olfatto ha giocato in passato, e può giocare ancora oggi, un ruolo importanti nelle interazioni sociali, in special modo nella scelta di un partner.

Riferimenti: Flavour and Fragrance Journal DOI: 10.1002/ffj.3142

Credits immagine: Debs/Flikr

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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