Nuove linee guida per la fecondazione assistita

Erano attese da tempo e ora sono arrivate. Ieri il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha firmato il decreto di aggiornamento delle linee guida della 40/2004 (quelle precedenti risalivano al 2008) sulla Procreazione medicalmente assistita (Pma). Un atto dovuto, sia all’avanzamento tecnico-scientifico compiuto in materia di fecondazione assistita (che nel 2013 ha portato alla nascita di 12mila bambini), sia ai cambiamenti apportati alla legge 40 in più di dieci anni dalla sua applicazione. Stravolgimenti più che cambiamenti che ne hanno smantellato il disegno iniziale.

Ed è proprio dai cambiamenti normativi che parte la riflessione sulle nuove linee guida; in particolare, si legge nel comunicato diffuso dal ministero, in risposta alle “sentenze della Corte Costituzionale n.151/2009, e n.162/2014 le quali hanno eliminato, rispettivamente, il numero massimo di tre embrioni da creare e trasferire in un unico e contemporaneo impianto, e il divieto di fecondazione eterologa”.

Una delle principali novità prevista dalle nuove linee guida riguarda infatti proprio le indicazioni in materia di eterologa – il cui divieto come stato ricordato è caduto da oltre un anno sul territorio nazionale – preannunciate già a luglio scorso. Novità di interesse solo per le coppie che accedono ai trattamenti di pma eterologa: ribadita la possibilità di doppia eterologa, per permettere alla coppia di ricevere sia ovociti che seme, di egg sharing e sperm sharing e impossibilità di scelta delle caratteristiche fenotipiche del donatore, onde “escludere illegittime selezioni eugenetiche” si legge nella nota del ministero. Mentre per quel che riguarda i donatori di gameti le indicazioni cadranno nel Regolamento già approvato dal Consiglio superiore di sanità.

Questa separazione – tra chi dona e riceve il seme – è uno dei passi su cui l’Associazione Coscioni, tramite il suo segretario Filomena Gallo, che solo pochi giorni fa era tornata a chiedere l’aggiornamento delle attese linee guida, punta il dito. Oltre a precisare alcuni passaggi (vedi la questione del termine “eugenetica” confuso, forse, con il solo abbinamento delle caratteristiche somatiche), si chiede infatti Gallo: “perché un regolamento? La materia attiene alle linee guida, doveva far parte delle stesse, la legge 40 non prevede Regolamenti. Anche i giudici della Corte Costituzionale nella sentenza 162/2014 invitano il ministro ad un aggiornamento dell’atto amministrativo previsto dalla legge 40 per ciò che attiene il numero di donazioni per ogni donatore sul modello francese e inglese. Perché non garantire subito il reale l’accesso in tempi brevi dopo un anno dalla sentenza e dopo la totale assenza del ministero per campagne informative per la donazione dei gameti?”.

Ma questo non è l’unico punto critico sottolineato dall’Associazione, che pur plaude ad alcune modifiche apportate alle linee guida, come la possibilità di accesso generale alla pma per coppie sierodiscordanti, a prescindere che sia l’uomo o la donna il portatore di hiv, hbv o hcv. In attesa di conoscere il testo integrale del documento, Gallo si chiede perché le nuove linee guida non sembrino contemplare l’ultima sentenza della Corte costituzionale, quella con cui è stato eliminato il divieto di accesso alle coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche.

Tra le altre novità annunciate dal ministero anche l’invito a descrivere in maggior dettaglio le tecniche di pma in cartella clinica: “considerato che gli operatori possono avviare percorsi più differenziati di quanto fatto prima delle sentenze”.

Ma il lavoro di aggiornamento delle linee guida sulla fecondazione assistita segna solo l’inizio di altri provvedimenti, ha commentato Lorenzin, a completamento di tutta la normativa che ruota intorno alla procrazione medicalmente assistita: “Dopo l’istituzione del Registro nazionale dei donatori, questo è il secondo importante passo per l’aggiornamento dell’intero quadro normativo che regola la Pma in Italia, aggiornamento che sarà completato nelle prossime settimane con i decreti sul consenso informato e sui cosiddetti embrioni abbandonati, e con il perfezionamento del recepimento delle normative europee sulla donazione dei gameti. È stato un lavoro corposo e impegnativo, portato avanti anche grazie al contributo di maggior esperti italiani di settore convocati ai tavoli di lavoro già da luglio dello scorso anno. Questa serie di provvedimenti, insieme all’aggiornamento dei Lea (che includeranno anche i trattamenti di Pma) contribuirà a conferire certezza al quadro normativo ed a migliorare accesso e qualità dei percorsi in questo ambito così delicato del Ssn”.

Credits immagine: Adrian Wiggins/Flickr CC

 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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