Nuovi indizi sulla materia primordiale

Qualcosa di nuovo – o forse di antico quanto il Big Bang – è stato osservato al Cern di Ginevra nell’esperimento Compact Muon Solenoid (CMS). I ricercatori, coordinati da Guido Tonelli dell’Istituto nazionale di fisica nucleare di Pisa, hanno individuato una particolare relazione tra alcune particelle elementari formatesi dallo scontro tra protoni ad altissima energia (7 TeV) all’interno del Large Hadron Collider.

I dati sono stati presentati ieri nello studio “Observationof Long-Range Near-Side Angular Correlations in Proton-Proton Collisions” (qui il comunicato in italiano). “È la prima volta che questo effetto è stato osservato in urti protone-protone e sono possibili molte interpretazioni sulla sua origine”, si legge nel comunicato ufficiale. La forma della correlazione ha caratteristiche simili a quelle osservate negli esperimenti condotti in un altro acceleratore, il RHIC (Relativistic Heavy Ion Collider al Brookhaven National Laboratory) che sembrano essere causate dalla presenza di materia nucleare molto calda e densa formatasi negli urti tra ioni.

“Abbiamo cercato questo fenomeno sebbene la sua presenza non fosse stata predetta in urti protone-protone, cosa che lo rende molto interessante. Abbiamo bisogno di più dati per gettare luce sull’origine di questo effetto. Stiamo esplorando, centimetro per centimetro, i nuovi territori resi accessibili da LHC ” ha dichiarato Tonelli.

Sopra: Guido Tonelli in un’intervista-video realizzata da Marco Malaspina e Stefano Parisini

1 commento

  1. Risultati inaspettati, ossia non previsti!

    Tiziana Moriconi forse esagera nel suo titolo, perché ce ne vuole per raggiungere la materia primordiale trovandoci a “soli”7 TeV, ma è interessante che confermi ciò che ho trovato su “Scienzainrete”, e cioè che l’annuncio dei risultati da parte degli sperimentatori di LHC riguarda fenomeni inattesi, inaspettati, ossia non previsti. Moriconi riporta la seguente versione di un addetto ai lavori: “Abbiamo cercato questo fenomeno sebbene la sua presenza non fosse stata predetta in urti protone-protone, cosa che lo rende molto interessante”.
    Mentre da un lato c’è da auspicare la scoperta sperimentale di fenomeni fisici importanti, dall’altro appare strano e deprecabile che nessuno sprechi una sola parola per la latitanza delle previste conferme di grandiose teorie come la supersimmetria, ecc. Chi scrive non ne è sorpreso, anzi da tempo prevede che il Large Hadron Collider costringerà i matematici fisici teorici ad ammettere il proprio fallimento oppure a compiere un aggiustamento ad hoc così estremo da lasciare dietro di sé solo inevitabili recriminazioni tra i teorici e i pratici.

    Per un approfondimento delle idee di chi scrive vedere i seguenti tre post:

    10 luglio 2010, “LHC: guasto tecnico o fallimento teorico?”
    http://studieriflessioni.blogspot.com/2010/07/lhc-guasto-tecnico-o-fallimento-teorico.html

    17 agosto, “Scienza della natura oggi: lode ai tecnici e biasimo ai teorici”,
    http://studieriflessioni.blogspot.com/2010/08/scienza-della-natura-oggi-lode-ai.html

    4 settembre 2010, “Da 10^2GeV a 10^3GeV: che cosa dobbiamo aspettarci?”
    http://studieriflessioni.blogspot.com/2010/09/da-102-gev-103-gev-che-cosa-dobbiamo.html

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