Occhi di stelle

Oltre a fornire una solida impalcatura, i cristalli di calcite presenti nello scheletro della stella marina Ophiocoma wendtii (nota anche come “stella fragile” o “stella serpente”) offrono all’animale la possibilità di vedere a 360°. Funzionano infatti come lenti microscopiche in grado di focalizzare la luce. La scoperta, merito di un team internazionale e interdisciplinare di ricercatori dei Bell Labs (Lucent Technologies), del Weizmann Institute of Science di Israele e del Natural History Museum di Los Angeles, è stata recentemente pubblicata su Nature. L’analisi della struttura ossea dei cinque bracci dell’Ophiocoma ha rivelato la presenza di una serie regolare di microstrutture sferiche, sofisticati elementi ottici che focalizzano la luce a una distanza di circa 5 millesimi di millimetro. Migliaia di cristalli di calcite, ipotizzano i ricercatori, concentrerebbero la luce sui sottostanti nervi scheletrici e formerebbero una sorta di occhio composto primitivo, utile per segnalare all’animale la presenza di predatori. Gli scienziati sostengono che studi accurati su questo nuovo materiale biologico multifunzionale potrebbero tradursi in un miglioramento nella progettazione di elementi ottici per le reti di telecomunicazioni. “Questo è un esempio eccellente di quanto possiamo imparare dalla natura,” ha dichiarato Federico Capasso, fisico e vicepresidente dei Bell Labs. “Questi piccoli cristalli di calcite sono microlenti ottiche quasi perfette, superiori a tutte quelle artificiali”. (f.n.)

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