Nella nostra galassia sarebbe presente un oggetto spaziale misterioso e inaspettato: è quanto hanno trovato, per puro caso, gli astronomi della Curtin University, in Australia. I ricercatori si sono imbattuti in una sorgente che rilascia una grandissima quantità di onde radio per un minuto, diventando momentaneamente l’oggetto più visibile a quelle frequenze.
Tutto ciò avviene tre volte l’ora, preciso come un orologio: si tratta di un comportamento diverso da qualsiasi entità fisica mai registrata. Secondo i dati raccolti, pubblicati sulla rivista Nature, l’oggetto misterioso potrebbe essere una magnetar, una particolare stella di neutroni con un campo magnetico estremamente forte, e tutti gli occhi dei radiotelescopi sono puntati su di esso.
Il super telescopio James Webb è arrivato a destinazione
La rilevazione del segnale
Questa storia inizia nel 2013, quando il Murchison widefield array (Mwa), telescopio posizionato nell’entroterra dell’Australia occidentale, inizia a raccogliere dati sulle frequenze radio della nostra galassia. L’Mwa è un radiotelescopio a bassa frequenza costituito da più di quattromila antenne disposte in griglie che si estendono per diversi chilometri.
I dati delle antenne vengono trasmessi al Pawsey supercomputing center per essere archiviati a lungo termine, in attesa di essere studiati dagli scienziati in tutto il mondo e soprattutto dal centro di astronomia della Curtin University, che si occupa anche del controllo da remoto del telescopio. Tra questi c’è Tyrone O’Doherty, dottorando in astrofisica che l’anno scorso ha progettato un codice su misura per esplorare i segnali provenienti dalle osservazioni del Mwa nel 2013: è proprio in quella quantità sconfinata di dati che ha trovato lo strano segnale.
Si tratta, in particolare, di pacchetti di onde radio molto intensi, capaci di durare dai 30 secondi al minuto e che si ripetono ogni 18 minuti, in maniera simile alla luce di un faro. Un segnale totalmente inaspettato, che potrebbe indicare un oggetto cosmico mai rilevato prima. In realtà gli oggetti cosmici che emettono impulsi regolari non sono nuovi per gli astrofisici: vengono chiamati “transitori”.
Finora sono stati individuati i cosiddetti transitori lenti, come le supernove, che vengono rilevate improvvisamente e poi svaniscono dopo settimane o mesi, e i transitori veloci, come le pulsar, che producono impulsi che durano pochi millisecondi o secondi. Secondo i risultati dello studio, l’oggetto misterioso sembrerebbe non appartenere a nessuno dei due tipi di transitori e si troverebbe a circa 4.000 anni luce dalla Terra, nella nostra galassia. Non solo: nell’articolo si legge che quasi sicuramente esso ruota rapidamente e possiede campo magnetico incredibilmente forte per le sue dimensioni.
I principali sospettati
E quindi che cos’è che produce questo strano segnale? “Queste osservazioni si trovano su una gamma di frequenze molto ampia”, ha detto Natasha Hurley-Walker, prima autrice dello studio al Sydney Morning Herald. “Ciò significa che deve essere un processo naturale, non si tratta di un segnale artificiale”, spegnendo le speranze – o sedando le preoccupazioni – di chi nutriva il sospetto che si trattasse di qualche segnale appositamente costruito da forme di vita extra-terrestri.
In realtà i principali sospettati sono due: una magnetar, ovvero una pulsar con un campo magnetico eccezionalmente forte, oppure nana bianca con un forte impulso di radiazione. “Poiché non ci aspettavamo che questo tipo di emissione radio fosse possibile, il fatto che esiste ci dice che deve essere in corso un qualche tipo di processo fisico estremo”, conclude l’astrofisica.
Tutti gli occhi, sia quelli degli scienziati che quelli artificiali del Mwa, sono adesso puntati verso l’oggetto misterioso: quello che i ricercatori sperano, infatti, è che gli impulsi possano essere nuovamente rilevati e che altri telescopi possano aiutare a identificare meglio la loro sorgente, come lo Square kilometer array, il più grande radiotelescopio mai progettato, ora in costruzione. “Sono abbastanza sicura che quando l’oggetto si riaccenderà, gli occhi del mondo saranno tutti puntati su quella parte di cielo”, chiosa la ricercatrice.
Via: Wired.it
Credits immagine di copertina: Rodion Kutsaev on Unsplash
I dati delle antenne vengono trasmessi al Pawsey supercomputing center per essere archiviati a lungo termine, in attesa di essere studiati dagli scienziati in tutto il mondo e soprattutto dal centro di astronomia della Curtin University, che si occupa anche del controllo da remoto del telescopio. Tra questi c’è Tyrone O’Doherty, dottorando in astrofisica che l’anno scorso ha progettato un codice su misura per esplorare i segnali provenienti dalle osservazioni del Mwa nel 2013: è proprio in quella quantità sconfinata di dati che ha trovato lo strano segnale.