Salute

Perché addestriamo i cani a fiutare i tumori

L’idea che i cani sarebbero in grado di annusare i tumori, percependo il diverso odore delle cellule tumorali, non è nuova: già nel 2014 uno studio ha mostrato come esemplari addestrati fossero in grado di individuare la presenza di tumore alla prostata con un’accuratezza del 97%. Proprio a questo studio si sono inspirati i ricercatori dell’Indiana University, che hanno presentato una ricerca alla conferenza annuale dell‘American Chemical Society, mostrando come l’odore delle urine potrebbe essere utilizzato per prevenire biopsie, parte dei controlli per la prevenzione del tumore alla prostata, che non sono necessarie.

“L’idea per il progetto è nata quando nel 2014 uno studio ha mostrato che i cani potevano percepire, con l’olfatto, la presenza del tumore alla prostata“, racconta Mangilal Agarwal, autore principale della ricerca. Ma, se gli animali sono in grado di percepire questo odore annusando le urine, allora deve esistere una tecnica che permette anche agli esseri umani di rilevarlo, ha pensato Agarwal.

Il tumore alla prostata è molto diffuso (nel 2016, oltre 180mila casi sono stati diagnosticati solamente negli Stati Uniti) e, nonostante una diagnosi precoce possa aiutare ad aumentare le probabilità della sopravvivenza, non è sempre facile da individuare. Prima di decidere se eseguire una biopsia, i medici osservano i livelli della proteina PSA contenuti nel sangue. In condizioni normali, la prostata produce PSA in piccole quantità: un aumento della produzione può significare molte cose, da una semplice infezione alla presenza di un tumore. Una biopsia è quindi solitamente necessaria in questi ultimi casi, per determinare la natura della patologia.

“Al momento, circa il 60% degli uomini che fanno una biopsia alla prostata non ne hanno veramente bisogno,” ha spiegato Amanda Siegel, co-autrice, “Speriamo che la nostra ricerca aiuti dottori e pazienti a prendere una decisione informata al riguardo, e ad evitare procedure non giustificate.”

Durante lo studio, Agarwal e il suo team hanno raccolto campioni di urina da 100 uomini che avevano recentemente fatto una biopsia alla prostata e hanno utilizzato un particolare tipo di spettrometro per identificare i componenti organici che fluttuavano appena sopra il liquido contenuto nei campioni. In questo modo, i ricercatori sono riusciti ad individuare una serie di molecole che compariva nel 90% dei campioni provenienti da pazienti affetti da tumore alla prostata, ma mai nei sani.

Ma lo studio di Agarwal e colleghi non è il solo esempio di aiuto canino nella diagnosi di questo tipo di patologie. I ricercatori del progetto Kdog, per esempio, hanno infatti recentemente mostrato come una coppia di pastori tedeschi fosse in grado di annusare la presenza del tumore al seno a partire da pezzi di stoffa che erano stati a contatto con il petto delle partecipanti, con un’accuratezza del 100%. Questa nuova tecnica, estremamente semplice e poco invasiva, potrebbe rivoluzionare la diagnosi della malattia in paesi dove le mammografie sono estremamente costose o difficili da eseguire.

Sempre partendo dall’assunzione che le cellule tumorali avrebbero uno specifico odore, percepibile dal naso dai cani, i ricercatori hanno prelevato 31 pezzi di stoffa venuti a contatto con il seno di altrettante pazienti, assieme ad altri 3 pezzi che invece erano stati indossati da donne senza la malattia. Il team ha poi addestrato i cani a distinguere l’odore dei diversi tessuti e ad identificare quali erano stati a contatto con le pazienti. Nei due esperimenti, i cani hanno riconosciuto prima il 90% e in seguito il 100% dei pezzi di stoffa correttamente.

“Ovviamente ci sono tecnologie per individuare i tumori che funzionano molto bene,” ha commentato Amaury Martin, che ha preso parte al progetto, “Ma a volte cose più semplici e ovvie possono aiutare. Il nostro scopo era vedere se potevano trasformare una credenza popolare in vera scienza, con tutta i test clinici, la ricerca e le verifiche necessarie”.

Riferimenti: American Chemical Society e Kdog

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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