I corridori impegnati nelle prossime Olimpiadi di Londra sono avvertiti: per ottenere migliori prestazioni e un minor dispendio di energie meglio lasciare a casa le scarpe (vedi anche il sondaggio di Galileo) e correre a piedi nudi, come fece l’etiope Abebe Bikila che così si guadagnò l’oro olimpico a Roma nel 1960. Secondo una ricerca condotta da Michael Wilkinson, ricercatore della Northumbria University di Newcastle (Regno Unito), infatti, quando gli atleti che in genere usano le scarpe corrono a piedi scalzi consumano meno ossigeno, ottenendo così migliori performance sulla lunga distanza. Questo succede perché modificano la loro andatura e la adattano allo stile tipico dei corridori scalzi esperti: poggiano a terra prima la parte mediana del piede e non il tallone, fanno falcate più brevi e veloci e stanno meno in contatto con il terreno. Tutti accorgimenti utili a ottenere un minor impatto da collisione rispetto a chi calza le scarpe, e quindi meno infortuni.
Per ottenere questa nuova evidenza scientifica, Wilkinson ha condotto un esperimento su 18 corridori, professionisti e non: in due giorni diversi ha chiesto loro di correre a velocità moderata per sei minuti, una volta a piedi scalzi e una volta con le scarpe da ginnastica. Durante le prove è stato monitorato il consumo di ossigeno degli atleti per valutare il dispendio energetico, mentre l’andatura è stata analizzata attraverso dei video. Risultato: durante la corsa a piedi nudi gli atleti facevano falcate più brevi e rapide e, in media, consumavano meno ossigeno rispetto a quando correvano alla stessa velocità provvisti di scarpe. Il miglioramento in termini di risparmio di energia, quantificato al 6 per cento, è risultato identico a quello precedentemente riportato dai corridori con le scarpe dopo nove settimane di esercizio.
“Il feedback sensoriale quando si corre scalzi incoraggia a mettere giù i piedi più delicatamente per evitare impatti che possono causare disagio o lesioni”, spiega Wilkinson, che lo scorso anno ha anche completato a piedi nudi la Great North Run. “Abbiamo notato un grande risparmio di energia dal correre senza scarpe. Inoltre sono emerse le differenze meccaniche dei due tipi di corsa, i soggetti che generalmente toccano terra prima con il tallone quando corrono con le scarpe hanno modificato il passo una volta a piedi nudi, ammortizzando l’impatto con la parte mediana del piede”.
Credit immagine a Pantrinni\Flickr
non posso che essere d’accordo; corro scalzo da quasi 5 anni, e ho completato una decina di maratone, tra qui due ultra di 65 e 100km, con prestaizioni migliori e meno problemi a ginocchia/schiena che quando correvo con le scarpe.
Non vedo l’ora che arrivi il 27 Luglio, giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi: SKY predisporrà 10 canali temificati! E’ meraviglioso!
Perfettamente d’accordo.. adoro correre scalzo..