Omicron, come cambia la protezione con la dose booster

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(Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash)

Contro la variante omicron del coronavirusmolto più contagiosa di delta ma associata a una quantità minore di casi gravi, la terza dose o dose booster del vaccino rialza la protezione, soprattutto dalle forme più severe di Covid-19. Tuttavia, l’efficacia del booster potrebbe calare dopo 10 settimane (poco più di 2 mesi). 


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Queste nuove stime arrivano da un rapporto inglese, appena reso noto, redatto dalla Uk Health Security Agency (Ukhsa), agenzia governativa che monitora l’efficacia dei vaccini in tempo reale. Inoltre, anche altre prove preliminari mostrano che nel caso di omicron l’efficacia dei vaccini contro le forme gravi di Covid-19 – quelle che richiedono il ricovero – resta elevata, mentre quella contro le forme sintomatiche sarebbe ridotta, inferiore rispetto alla delta.

La tenuta dell’efficacia dei vaccini

Le prove si stanno accumulando e indicano che l’efficacia dei vaccini contro le forme sintomatiche di Covid-19 sarebbe ridotta nella variante omicron rispetto al caso della delta. Uno studio danese dello Statens Serum Institut a Copenaghen, non ancora peer reviewed ma disponibile in pre-print qui, ha mostrato che nel primo mese dopo aver completato il primo ciclo vaccinale l’efficacia dei vaccini contro l’infezione da omicron è del 55,2% per il vaccino di Pfizer-BioNTech e del 36,7% per quello di Moderna, mentre cala nel periodo successivo. Contro delta le percentuali erano molto più alte (86,7% per Pfizer e 88,2% per Moderna). La ricerca si basa sui dati di più di 5.700 cittadini danesi risultati positivi al coronavirus e con la variante omicron, di età media pari a 28 anni.

Uno studio inglese, poi, sempre della Uksha (ma del 14 dicembre) e preliminare, in pre-print qui, segnala che a distanza di 3 mesi e mezzo la vaccinazione con AstraZeneca non avrebbe effetti contro omicron. La ricerca ha preso in considerazione 581 pazienti positivi con omicron, più di 56mila con delta e quasi 131mila persone negative nel gruppo di controllo. Mentre il vaccino di Pfizer-BioNTech avrebbe un’efficacia dell’88% nel periodo compreso fra 2 settimane e 2 mesi dopo la seconda dose, calando a una percentuale dal 34 al 37% a distanza di 3 mesi e mezzo.


Omicron, perché è così contagiosa


La dose booster rialza la protezione, almeno per 10 settimane

Tuttavia, la dose booster può aiutarci. Secondo il rapporto odierno dell’autorità inglese Uksha, l’efficacia contro le forme sintomatiche della terza dose con un vaccino a mRna, in chi in precedenza aveva ricevuto invece la vaccinazione di AstraZeneca, è del 60% a distanza di 2-4 settimane dal richiamo, mentre cala al 35-45% dopo 10 settimane. Per chi era già stato vaccinato con Pfizer nel primo ciclo, l’efficacia è del 70-75% e scende poi al 45% a distanza di 10 settimane. 

Gli esperti della Ukhsa hanno analizzato i dati di quasi 150mila persone risultate positive a Sars-Cov-2 e con la variante delta e più di 68mila con omicron. Gli specialisti concludono che il booster aumenta significativamente la copertura da forme moderate e probabilmente anche da quelle gravi, pertanto è essenziale che la popolazione lo riceva. Alla stessa conclusione sono arrivati anche i virologi italiani dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie: i risultati preliminari del loro studio, su pazienti positivi a omicron con doppia e tripla dose, indicano che “la terza dose contribuisce ad un rialzo significativo degli anticorpi neutralizzanti, garantendo livelli di protezione soddisfacenti”. I risultati sono stati presentati all’interno di una conferenza stampa e ora sono al vaglio dei revisori.

Insomma, non dobbiamo aspettarci miracoli, ma è bene effettuare quanto prima possibile il booster, sulla base del proprio calendario vaccinale. Secondo quanto sottolineato dal coordinatore del Comitato tecnico-scientifico (Cts) Franco Locatelli, la dose booster, risulta aumentare l’efficacia vaccinale, dunque la protezione, del 93% dai casi Covid-19 gravi e del 75% dal rischio di contagiarsi. Il coordinatore del Cts lo ha spiegato nel corso della conferenza stampa alla fine del Consiglio dei ministri, nella data del 23 dicembre, quando sono state varate le misure del decreto festività.

Omicron sembra essere 5 volte più contagiosa

La nuova variante sembra essere molto più trasmissibile. Secondo alcune prove, la variante omicron sarebbe 5 volte più contagiosa della variante delta, come ha rimarcato sempre Locatelli. Allo stesso tempo, per fortuna omicron risulta associata a una quantità minore, dal 50 al 75%, di ricoveri, secondo i dati inglesi dell’autorità Ukhsa. 

Il punto è che i casi gravi, nonostante siano di meno, potrebbero in proporzione (vista la maggiore capacità di contagio), essere comunque numerosi. Con ospedali che, soprattutto nei paesi in cui la vaccinazione – in particolare quella con i vaccini a mRna – è ancora poco accessibile, potrebbero andare rapidamente in affanno. Vaccinarsi e fare il richiamo è essenziale, dunque, per proteggere se stessi e gli altri e per evitare una maggiore diffusione dei casi.

Via: Wired.it

Foto: Towfiqu barbhuiya on Unsplash