Onde gravitazionali: presto in arrivo una nuova scoperta

Credit: Nasa

Presto le onde gravitazionali potrebbero riconquistare le prime pagine dei giornali. Almeno stando alle indiscrezioni delle ultime settimane: una nuova rivoluzionaria scoperta sarebbe in arrivo dagli interferometri degli esperimenti Ligo e Virgo, gli stessi che poco più di un anno fa hanno stupito il mondo, dimostrando l’esistenza delle increspature nello spazio ipotizzate – quasi un secolo prima – dal grande Albert Einstein. Sulla natura della nuova scoperta per ora siamo ancora alle ipotesi, ma quanto meno dovremmo avere una data: per domani, 25 agosto, il portavoce di Ligo David Shoemaker ha annunciato un update sui risultati dell’ultimo ciclo di rilevazioni.

A dare il via alle speculazioni è stato l’astrofisico Craig Wheeler, della University of Texas, con un Tweet dello scorso 16 agosto piuttosto esplicito: “Voci di una nuova eccitante fonte per il Ligo”.

A due giorni di distanza Wheeler ha quindi deciso di rincarare la dose: “News da Ligo. Una fonte con corrispettivo ottico. Da lasciare a bocca aperta!”.

Cosa intende con “corrispettivo ottico”? L’ipotesi più probabile è che si riferisca alle rilevazioni di un telescopio ottico. Ovvero che la fonte delle nuove onde gravitazionali individuate da Ligo sia qualcosa di osservabile anche con i normali telescopi, e non sia quindi legata (come in tutti i casi precedenti) all’attività dei buchi neri, corpi celesti che per definizione non emettono alcun tipo di luce.

In effetti, secondo il New Scientist il candidato più probabile sarebbe la fusione di due stelle a neutroni, stelle che si formano dal collasso delle supernove e che (a differenza dei buchi neri) sono osservabili anche dai telescopi tradizionali. Scavando più a fondo, il giornale avanza anche un possibile candidato: la galassia Ngc 4993, distante circa 130 milioni di anni luce dalla Terra. All’interno di questa galassia sono infatti state scoperte da tempo due stelle a neutroni estremamente ravvicinate, verso cui proprio negli scorsi giorni si sarebbe orientata l’attenzione del telescopio spaziale Hubble.

Un caso? Può darsi, ma gli indizi disponibili sembrano puntare ormai in una direzione piuttosto precisa. Per una risposta definitiva l’appuntamento è per domano. Sempre che i ricercatori del Ligo tengano fede a quanto promesso.

via Wired.it

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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