Si chiama Grasp, ovvero Great Apes Survival Project, ed è il progetto lanciato dall’Onu per salvare dall’estinzione le grandi scimmie, i nostri più vicini parenti nel regno animale. La distruzione del loro habitat, la caccia di frodo, e in alcune zone perfino la guerra civile, minacciano la loro sopravvivenza in Africa e nel sud-est asiatico. L’Onu ha stanziato 350 milioni di lire per il progetto, e insieme al Wwf e altre organizzazioni internazionali ha chiesto a governi e industrie di stanziare altri fondi. “Siamo in una situazione d’emergenza. Abbiamo bisogno dell’appoggio, finanziario e non, di tutti i settori delle società moderne”, ha dichiarato Klaus Toepfer, direttore esecutivo dell’Unep, il programma per l’ambiente dell’Onu. In Ruanda, ha ricordato il funzionario internazionale, sono rimasti poco più di 600 gorilla “e la loro eventuale estinzione sarebbe una inestimabile perdita per l’intera umanità nonché un buco nell’ecologia del nostro pianeta”. Tra le iniziative più urgenti del progetto Grasp, la ricostituzione dell’ecosistema dei gorilla in Africa, piantando nuovi alberi, la lotta alla deforestazione, la formazione e l’informazione delle popolazioni locali, la creazione di nuovi posti di lavoro in parchi nazionali come alternative alla caccia di frodo. Un’altra carta da giocare è quella dell’ecoturismo. Laddove si è sviluppato , per esempio nei parchi nazionali del Bwindi e del Kibale, i gorilla si sono rivelati un’importante risorsa per le popolazioni locali più da vivi che da morti. (e.g.)
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