Ormoni contro la dipendenza

La scienza affila le armi contro la dipendenza da anfetamine e cocaina. Gettando nuova luce sui meccanismi molecolari del sistema nervoso umano alla base dell’assunzione incontrollata di queste sostanze. In particolare, due studi rivelano come l’assunzione di anfetamine e cocaina vada ad alterare la membrana cellulare dei neuroni. E in particolare, nel primo caso, come l’insulina riduca gli effetti di dipendenza. Le due ricerche sono state presentate a un workshop organizzato dalla Scuola Internazionale di Biofisica del Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice.Le anfetamine sono sostanze stimolanti in grado di ridurre la sensazione di appetito e per questo presenti in numerosi preparati medicamentosi per cure dimagranti. Il loro consumo, nell’Unione Europea, h in aumento, specialmente sotto le forme illegali: polvere da sniffare, sostanza da taglio impiegata per preparare dosi di Ecstasy o Lsd. Le anfetamine presentano una peculiarit` significativa: non appena l’organismo smaltisce gli effetti della droga, avverte un senso di fatica e spossatezza molto accentuato. H come se, in un attimo si avvertisse tutto quello che lo stupefacente era riuscito a celare. Tutto cir spinge, naturalmente, l’individuo a ricercare una nuova dose. La cocaina, invece, h un potente eccitante che agisce, mediamente, in pochissimi minuti, mentre gli effetti si esauriscono in poco piy di un’ora, favorendo assunzioni di dosi a intervalli di tempo sempre minori con conseguente rischio di overdose. “Negli animali h stato possibile modulare la dipendenza dalle anfetamine grazie all’insulina”, ha affermato Aurelio Galli, ricercatore italiano trapiantato negli Usa dove h assistant professor al dipartimento di farmacologia della University of Texas, Health Science Center. Un risultato incoraggiante, ottenuto grazie a sofisticate tecniche messe a punto con un approccio multidisciplinare. “Siamo riusciti”, spiega Galli, “prima a capire i meccanismi cellulari di azione delle anfetamine e, successivamente, a verificare come e dove agisce l’insulina per attenuare la dipendenza”. I ricercatori americani sono riusciti a scoprire che queste droghe alterano la funzione delle proteine (oltre a ridurle nel numero) che hanno il compito di trasportare i neurotrasmettitori, macromolecole che operano a livello delle membrane delle cellule nervose (neuroni). In questo meccanismo “la presenza dell’insulina intorno ai neuroni, appositamente immessa nel corso della sperimentazione, blocca l’azione dell’anfetamine, impedendo la rimozione dalla superficie dei neuroni delle proteine deputate a trasportare i neurotrasmettitori”. L’ormone annulla, dunque, l’azione di disturbo che le anfetamine compiono sulla membrana delle cellule nervose. L’importanza della scoperta h racchiusa nel fatto che “a rendere inattive le anfetamine non h una sostanza estranea al nostro organismo, bensl un ormone”. Ad alterare le proteine poste sulla membrana cellulare dei neuroni, disturbandone la comunicazione, h anche la cocaina. “Abbiamo accertato che la cocaina rende inattive queste proteine, provocando un incremento di livello di dopamina extracellulare. L’eccesso di dopamina porta alla sensazione di piacere. Ma non appena la cocaina viene metabolizzata, i neuroni fagocitano, a gran velocit`, la dopamina extracellulare in eccesso, determinando nell’individuo uno stato depressivo che lo spinge, in pochissimo tempo, a richiedere una nuova dose per ripristinare il livello di dopamina nell’area extracellulare”. Un’azione a catena. La sperimentazione e’ ancora in corso. La ricerca h adesso orientata a individuare i meccanismi molecolari (cosl come e’ stato fatto per combattere la dipendenza dalle anfetamine) capaci di indebolire l’azione di dipendenza. “Aver scoperto dove e come agisce la cocaina a livello molecolare h, comunque, un passo in avanti significativo”.

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