Categorie: SocietàSpazio

Osservazioni astronomiche 2.0

Connettere dall’Italia il proprio computer a un telescopio in Giappone, e comandarlo per osservare una porzione di cielo. Oppure collegarsi dal Cile a un telescopio australiano e guardare in diretta un evento astronomico. Proprio come un ricercatore professionista, chiunque potrà avere accesso, attraverso Internet, a una rete di 17 “occhi” dislocati in tutto il mondo, per portare avanti un proprio progetto scientifico, personale o condiviso con altri appassionati. A renderlo possibile è Gloria, acronimo di GLObal Robotic telescopes Intelligent Array for e-Science, un’iniziativa nuova e innovativa di citizen science, ovvero di scienza dal basso

Si tratta di un progetto europeo, finanziato nell’ambito del VII Programma Quadro; capofila è la facoltà di informatica della Universidad Politécnica di Madrid (Upm), ma l’impresa vede coinvolti in tutto 13 partner di otto Paesi, tra cui l’Italia, che partecipa attraverso l’Istituto di astrofisica spaziale dell’Inaf di Bologna, per un investimento di 2,5 milioni di euro in tre anni. 

I criteri per l’assegnazione del tempo di osservazione sui vari telescopi saranno stabiliti analogamente a quanto accade oggi per i centri di ricerca: su base meritocratica. Migliore sarà il progetto e più tempo verrà assegnato. La giuria chiamata a giudicare le proposte sarà, in questo caso, lo stesso popolo della rete, con una valutazione peer to peer (tra pari). “Il principio sarà quello del karma, già applicato con successo in molti siti Web 2.0: una sorta di reputazione, che aumenta o diminuisce in base al giudizio espresso dall’intera comunità degli utenti secondo dati criteri, come la validità delle proposte o la bontà dei risultati ottenuti. Questo per consentire a Gloria di produrre vera citizen science: scienza fatta dai cittadini”, ha spiegato Luciano Nicastro, astronomo presso lo Iasf.

L’idea è di partire con i 17 telescopi professionali per poi espandere la rete e trasformare Gloria in una vera e propria “astronomia 2.0”. Infatti, oltre ad accedere ad altri strumenti di osservazione, sarà anche possibile mettere a disposizione, per il tempo desiderato, un proprio telescopio. L’ambizione è di avere in rete migliaia di occhi condivisi attraverso internet

C’è già una data per il primo appuntamento: il 5 giugno 2012 Venere transiterà davanti al Sole. L’evento non sarà visibile dal’Italia, ma potrà essere seguito via web o via satellite grazie a tre telescopi solari installati dal team di Gloria a Tromsø (in Norvegia), a Sapporo (in Giappone) e a Cairns (in Australia).

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

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