Pagine gialle per la ricerca

Cosa sarebbe successo se l’allarme “mucca pazza” avesse varcato i confini della comunità veterinaria in tempo reale? Come sarebbero andate le cose se i ricercatori inglesi, appena avuto sentore del pericolo, avessero potuto confrontarsi con i loro colleghi europei? Forse l’epidemia si sarebbe potuta arginare. E di certo i cittadini avrebbero avuto più fiducia nelle istituzioni europee chiamate a vigilare sulla sicurezza alimentare, e forse anche nella scienza, ritenuta invece colpevole di non saper comunicare in maniera efficace con chi poi deve prendere le decisioni. Il tempo intercorso fra la rilevazione dei primi casi e il coordinamento a livello europeo dell’allerta è apparso all’opinione pubblica colpevolmente troppo lungo. Sulla scia di questa e altre lezioni, alla fine del 2001 nasceva il piano d’azione della Commissione Europea “scienza e società”: nove punti chiave su cui agire per riconquistare la fiducia degli europei e avvicinarli al mondo della ricerca. Oggi la Commissione tira le fila del suo operato e in occasione del Forum “Science and Society”, a Bruxelles dal 9 all’11 marzo, presenta un nuovo strumento di comunicazione. Si tratta di Sinapse (http://europa.eu.int/sinapse), una piattaforma web destinata a collegare in tempo reale istituzioni scientifiche, centri di ricerca, decisori politici, organizzazioni e associazioni che si occupano di scienza, singoli cittadini interessati ai temi della ricerca.L’idea è semplice ma ambiziosa: le pagine gialle della ricerca europea. “Una banca dati aperta a chi voglia iscriversi, che diventerà col tempo un punto di riferimento per tutti coloro che cercano informazioni su specifici temi non solo della ricerca e dell’innovazione, ma anche dell’etica, della sociologia, della filosofia della scienza”, ha spiegato Yves Dumont, l’ideatore di Sinapse. Come funziona? A partire dal 10 marzo, chiunque potrà diventare membro della comunità: potrà pubblicare documenti scientifici nella biblioteca, aprire un forum di discussione su un tema che lo interessa, lanciare un sondaggio, approfondire degli argomenti grazie a un motore di ricerca che legge solo nei siti di chi si è iscritto (mettendo così a disposizione risorse che magari non sono ancora state indicizzate e che sicuramente sono importanti per chi sta svolgendo la ricerca), ricevere un avviso ogni qual volta sul sito viene pubblicato un documento di suo interesse. “Vogliamo creare uno spazio in cui sia possibile dialogare, scambiarsi delle opinioni, risultati scientifici, buone pratiche sia scientifiche che politiche”, ha spiegato Rainer Gerold, direttore del dipartimento Scienza e Società della Commissione. Uno strumento unico nel suo genere, che però potrebbe presentare dei problemi di “usabilità”. In altre parole: come orientarsi nella moltitudine di possibilità offerte? Come limitare intrusioni non gradite? “Al momento dell’iscrizione basta indicare i temi di interesse su cui si vuole ricevere un’allerta. Nella mail che si riceve ci sarà un link che visualizzerà solo i documenti di interesse presenti sul sito”, spiega ancora Dumont. “Chi pubblica, poi, può decidere a quale livello rendere pubblico il suo documento, forum, o sondaggio, limitando l’accesso solo una determinata categoria di iscritti, per esempio le università o le istituzioni scientifiche”. Al di là dei problemi di gestione, il vero successo della piattaforma dipenderà dalla partecipazione della società: hanno già dato la loro adesione l’Associazione delle Università europee (che riunisce 750 università in 45 paesi), l’European Science Foundation, molte Agenzie per la sicurezza alimentare a livello nazionale, istituzioni nazionali pubbliche e private, per un totale di 150 soggetti. “Il nostro progetto è aperto, ha bisogno della partecipazione di tutti”, ha concluso Dumont. Quella stessa partecipazione che ha permesso nei primi due anni di attività del piano “scienza e società” di organizzare in giro per l’Europa 272 iniziative, dai festival ai progetti di formazione per le scuole, dai dibattiti alle mostre. La prima valutazione dei risultati del piano d’azione (quelle finale sarà pronta a maggio prossimo) presentata nel corso del Forum è di tipo qualitativo: la maggior parte delle iniziative è stata presa a livello nazionale, e sebbene queste siano state incentivate, quando non finanziate, dal piano della Commissione, non sempre hanno rappresentato un momento di unione con iniziative simili tenutesi in altri paesi. Un esempio: la settimana della scienza che ormai in quasi tutti gli Stati membri viene celebrata con una moltitudine di eventi. Ma che in ogni paese viene percepita come un fatto nazionale. Eppure si tratta di uno dei capisaldi della politica europea di avvicinamento dei giovani al mondo della ricerca. Per questo il documento presentato a Bruxelles invita a un maggior coordinamento, magari attraverso la nuova piattaforma messa a disposizione della Commissione.

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