Pap-test solo per una su cinque

La mortalità causata del carcinoma alla cervice può essere fortemente ridotta grazie ai test di prevenzione che individuano precocemente le forme tumorali. Eppure, nei paesi in via dei sviluppo solo una donna su cinque viene sottoposta ai monitoraggi. Lo rivela uno studio “denuncia” pubblicato su Plos Medicine da un gruppo di ricerca statunitense dell’Università di Washington, guidato da Emmanuela Gakidou.

Stando ai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) relativi a 57 nazioni caratterizzate da diversi livelli di sviluppo economico, nei paesi “benestanti” il 63 per cento delle donne è stato sottoposto a screening negli ultimi tre anni, contro il 19 per cento di quelli in via di sviluppo.

Gakidou e colleghi hanno analizzato i dati messi a disposizione dall’Oms e hanno rilevato una differenza a dir poco abissale tra i paesi con i programmi di screening più efficaci e quelli in cui il monitoraggio è ridotto o assente. In Austria, per esempio, più dell’80 per cento delle donne si sottopone regolarmente al Pap-test (uno degli esami più efficaci nel rilevare la presenza di lesioni precancerose), mentre in Etiopia e Bangladesh non si arriva nemmeno all’1 per cento. In 16 delle 57 nazioni inoltre, più del 50 per cento delle donne non ha mai effettuato alcun esame pelvico. La quota raggiunge il 90 per cento in Etiopia, Bangladesh e Malati. 

Infine, le categorie di donne che non vengono sottoposte a screening sono proprio quelle più soggette a sviluppare la neoplasia: si tratta delle persone anziane, in cui l’incidenza di cancro alla cervice è più alta, e di quelle più indigenti, particolarmente esposte ai fattori di rischio come il fumo e i rapporti sessuali non protetti che aumentano la possibilità di essere colpite dal Papilloma virus (Hpv), causa accertata di questo tipo di tumore.

“Le tecniche di screening più avanzate costituiscono un’opzione ottimale nei paesi con sufficienti infrastrutture e con un sistema sanitario adeguato”, spiegano i ricercatori, “ma non possono essere attuate nei paesi più poveri: in questo caso le strategie di prevenzione devono essere adattate, di volta in volta, alle esigenze e alle possibilità dei singoli paesi”. (i.n.)

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