Papà e mamma dinosauro covavano insieme

Papà e mamma dinosauro si davano il cambio nel covare le uova. Lo ha scoperto un team di paleontologi di due università americane confrontando la morfologia di fossili e uccelli viventi per ricostruire in che modo i Teropodi – i dinosauri progenitori degli uccelli – vissuti 220 milioni di anni fa, accudivano i nascituri. Il risultato, pubblicato su Biology Letters, smentisce i precedenti studi secondo i quali erano solo i maschi a prendersi cura delle uova. Secondo i paleontologi, le modalità con cui si svolgono le cure parentali sono un aspetto chiave nella comprensione dei rapporti evolutivi fra rettili e uccelli.

La ricostruzione è stata possibile applicando i principi dell’allometria evolutiva, la disciplina che studia le associazioni fra i gruppi animali grazie all’analisi morfologica delle proporzioni fra le diverse parti di un organismo in relazione con gli aspetti fisiologici e comportamentali. Le differenze nella forma e nelle dimensioni di alcune parti del corpo, come per esempio il cranio, vengono convenzionalmente utilizzate come indicatori delle divergenze evolutive fra le specie prese in esame. Nella fattispecie, gli indicatori che possono rivelare le modalità di incubazione ancestrali sono le dimensioni delle uova e della covata in relazione con la massa corporea della madre.

Lo studio su Biology Letters ha evidenziato che questi fattori però non sono sufficienti a identificare il comportamento dei genitori durante il periodo di incubazione. Secondo gli autori della ricerca vanno considerati anche altri aspetti, come il grado di maturità alla nascita e la storia evolutiva in comune fra i gruppi di specie messi a confronto. Le informazioni sulla precocità natale dei giovani di Teropodi, dedotte dall’osservazione dei fossili, messe in relazione con i dati sugli aspetti morfologici, avrebbero quindi fornito ai ricercatori gli elementi per concludere che l’incubazione era a carico di entrambi i genitori.

Gli autori affermano che il principale scopo dello studio era verificare quali informazioni sulle specie viventi possono essere utilizzate per comprendere il comportamento parentale delle specie estinte. Secondo Charles Deeming della School of Life Sciences della University of Lincoln, uno degli autori: “l’indagine ha permesso di capire che per ricostruire il comportamento parentale delle specie non si può prescindere dalle informazioni sullo stadio di maturità alla nascita, associato con i fattori già considerati negli studi precedenti, come le dimensioni delle femmine, degli artigli e delle uova.”

“Come sempre in ogni studio sui fossili”, aggiunge Marcello Ruta, paleontologo italiano della Lincoln University e co-autore della ricerca, “la conoscenza degli organismi viventi ci aiuta a formulare deduzioni sulle specie estinte, riuscendo in molti casi a capire meccanismi fisiologici e comportamentali altrimenti impossibili da ricostruire”.

Riferimenti: Biology Letters Doi: 10.1098/rsbl.2013.0036

Credits immagine: Steve Starer/Wikipedia

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