Parola di fisico

Luisa Bonolis e Maria Grazia Melchionni (a cura di)

AA.VV.Fisici italiani del tempo presente

Marsilio, 2003

pp. XX-464, euro 38,00

Undici storie di fisici contemporanei, undici storie di avvicinamento alla fisica, di studi, di maestri, di ricerca teorica e sperimentale, di interazioni con la società e con il mondo della cultura. Ci vengono presentate in altrettante interviste, ben curate da Luisa Bonolis, storica della scienza, e da Maria Grazia Melchionni, docente presso l’Università “La Sapienza” di Roma e fondatrice della Società per la storia orale. Gli intervistati sono tra i massimi nomi della fisica italiana contemporanea che rappresentano settori di punta della fisica: Carlo Bernardini, Nicola Cabibbo, Francesco Calogero, Giorgio Careri, Gianfranco Chiarotti, Giovanni Jona-Lasinio, Luciano Maiani, Francesco Melchiorri, Giorgio Parisi, Giampiero Puppi, Giorgio Salvini. Nei loro racconti emergono dapprima gli ambienti culturali d’origine degli intervistati, le motivazioni del loro accostamento alla fisica, i maestri negli studi universitari, il successivo cammino di ricerca, spesso non disgiunto da importanti incarichi politico-istituzionali. È importante soffermarsi sulla nascita della passione per la fisica dei protagonisti. Un ruolo dominante è stato giocato dagli ambienti familiari e culturali, dai quali è stato sovente ereditato l’interesse per i metodi della ricerca scientifica, anche al di fuori della fisica. Da dove nasce questo amore? In realtà in più punti traspare dai ricordi la bellezza di apprendere la fisica e di crearne di nuova. Valga per tutti la testimonianza di Giorgio Careri, che parla dei “soffi di felicità” che gli venivano dai piccoli passi in avanti sulla strada dell’apprendimento.Per chi ha alle spalle anni di formazione accademica, ci sono sempre delle figure di maestri particolarmente influenti. Così è anche in queste storie di vita, e il fatto che molti degli intervistati abbiano studiato a Roma rende maggiormente importanti le figure di spicco della scuola romana: Enrico Persico, Gilberto Bernardini e, soprattutto, Edoardo Amaldi – in gioventù “ragazzo di via Panisperna” con Fermi e nel dopoguerra vera e propria coscienza della fisica italiana e artefice della ricostruzione scientifica e morale di un paese uscito distrutto dal conflitto mondiale. Sono ben presenti nei ricordi degli intervistati anche le influenze di Enrico Fermi e di Bruno Rossi, creatori delle due fondamentali scuole di fisica nucleare e dei raggi cosmici alle quali molto deve la fisica italiana. Le interviste offrono anche un’interessante prospettiva sul molto discusso problema della “fuga dei cervelli”. È naturale che, soprattutto all’inizio della carriera, i giovani cervelli vadano all’estero a imparare e a perfezionarsi. Il problema, però, non è solo quello di farli tornare, ma anche di invogliare ricercatori stranieri a venire a lavorare e a insegnare in Italia. Ecco dunque, nei ricordi di Giovanni Jona-Lasinio, Herbert Anderson, giovane collaboratore di Enrico Fermi, venire a Roma nel 1956 (poco più d’un anno dopo la morte di Fermi) per trascorrervi un anno (su invito di Anderson, Jona-Lasinio si recherà in seguito a Chicago, dando vita alla fruttuosa collaborazione con Yoichiro Nambu); ecco l’americano Frederick Seitz aiutare Fausto Fumi, fisico di Pavia, a organizzare la scuola di Varenna del 1957, alla quale parteciparono tutti i più eminenti fisici dei solidi dell’epoca. Numerosi altri spunti di riflessione – rapporti tra ricerca e didattica, tra ricerca pubblica e privata, importanza della storia della scienza nella formazione degli scienziati – emergono dalle storie di vita raccontate nel volume, la lettura del quale è al tempo stesso istruttiva e piacevole, nonostante qualche inevitabile passo di maggiore complessità. Merito di questo lavoro è di contribuire a illustrare gli sviluppi della fisica e della politica della scienza in Italia negli ultimi cinquant’anni, attraverso la viva voce dei protagonisti.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here