Salute

Perché alcune persone non si ammalano di Covid? Forse è merito di una proteina

C’è chi annovera una o due infezioni. E chi, invece, può dire di non essersi ancora mai ammalato di Covid-19. Forse per una maggiore attenzione nell’indossare la mascherina o, più in generale, nel rispettare le misure anti-contagio? Non solo: svolgerebbero un ruolo anche i polmoni, o meglio una proteina al loro interno capace di bloccare il virus. Lo studio, svolto dai ricercatori dell’Università di Sidney e pubblicato di recente su Plos Biology, potrebbe finalmente rilevare la chiave dell’immunità al coronavirus.

Come è stato realizzato lo studio

Non è la prima volta, infatti, che la comunità scientifica si domanda perché alcune persone non si siano mai ammalate di Covid-19, mentre altre invece possono presentare forme della malattia anche molto gravi. Nel nuovo studio, i ricercatori si sono serviti dello strumento di ingegneria genetica Crispr, che ha permesso loro di attivare tutti i geni nel genoma umano, per cercare le proteine con la capacità di legarsi a Sars-Cov-2. Dalle analisi, hanno scoperto una proteina recettore, che si trova nei polmoni e che si attacca al coronavirus, o meglio alla proteina spike, come una sorta di velcro. Così facendo, quindi, riesce a immobilizzarlo e ad allontanarlo dalle cellule bersaglio.


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Crispr, “ci ha permesso di trovare questa nuova proteina recettore, Lrrc15”, ha commentato Greg Neely, tra gli autori dello studio. “Abbiamo analizzato i polmoni di pazienti deceduti per Covid o altre malattie e abbiamo scoperto che quelli con Covid grave avevano tonnellate di questa proteina nei polmoni”. Nonostante la produzione di Lrrc15, precisano i ricercatori, questi pazienti sono deceduti probabilmente perché questa proteina è stata prodotta in quantità insufficienti oppure troppo tardi per essere effettivamente d’aiuto. “Non abbiamo potuto esaminare i polmoni dei pazienti sopravvissuti alla Covid poiché la biopsia polmonare non è qualcosa di facile da eseguire su persone vive”, prosegue l’esperto. “Prevediamo, tuttavia, che ci siano quantità ancora maggiori di questa proteina nei sopravvissuti, rispetto ai deceduti”.

Le possibili implicazioni

Nella stessa direzione, come ricorda il Guardian, va anche un altro recente studio dell’Imperial College di Londra che ha esaminato i campioni di sangue per Lrrc15 e rilevato che la proteina era più bassa nei pazienti con Covid grave rispetto ai pazienti con una forma lieve della malattia. “Il fatto che esista questo recettore immunitario naturale di cui non sapevamo, che riveste i nostri polmoni e blocca e controlla il virus, è pazzesco”, commenta Neely.

Dalle indagini, inoltre, il team ha scoperto che Lrrc15 viene espresso anche nei fibroblasti, le cellule che controllano la fibrosi polmonare, una malattia che rientra tra le possibili complicanze della Covid-19. Una scoperta, quindi, che potrebbe avere importanti implicazioni per il trattamento del long Covid. “Ora possiamo utilizzare questo nuovo recettore per progettare farmaci ad ampia azione in grado di bloccare l’infezione virale o addirittura la fibrosi polmonare, per cui al momento non disponiamo di buoni trattamenti”, conclude l’esperto.

via Wired.it

Marta Musso

Laureata in Scienze Naturali alla Sapienza di Roma con una tesi in biologia marina, ha sempre avuto il pallino della scrittura. Curiosa e armata del suo bagaglio di conoscenze, si è lanciata nel mondo del giornalismo e della divulgazione scientifica. “In fin dei conti giocare con le parole è un po' come giocare con gli elementi chimici”.

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