Categorie: Società

Perché nelle foto di gruppo siamo più belli

Meglio accompagnati che soli. Gli esperimenti di psicologia della percezione di Drew Walker e Edward Vul della University of California, San Diego, mostrano infatti che all’interno di una foto di gruppo si viene percepiti più attraenti che in una foto in cui compare da soli. Nel lavoro, pubblicato su Psychological Science, i due raccontano che l’idea è nata guardando una serie tv americana, How I met your mother, quando uno dei protagonisti aveva postulato il cosiddetto effetto cheerleader, in virtù del quale, per l’appunto, le persone sembrano più affascinanti in gruppo rispetto a quando vengono considerate individualmente. 

Walker e Vul hanno cercato di capire quanto ci fosse di vero in questa constatazione: “Riteniamo che l’effetto cheerleader avvenga a livello percettivo”, raccontano gli scienziati “e che sia il risultato dall’interazione fra codifica d’insieme del sistema visivo e proprietà medie dei volti”. In sostanza, quando guardiamo un insieme di elementi, il cervello costruisce un’immagine complessiva dello scenario per valutare immediatamente le dimensioni, la distanza o il movimento medio della totalità degli elementi, o anche, nel caso di persone, il clima emotivo all’interno di un gruppo. Questa immagine media influenza, secondo i ricercatori, anche la percezione individuale dei singoli elementi, che tendono a essere assimilati all’intero gruppo.

Per testare la loro ipotesi, Walker e Vul hanno condotto diversi esperimenti. Nei primi studi, i soggetti dovevano valutare il volto della stessa persona guardandolo prima in una foto di gruppo e successivamente nella stessa immagine ritagliata. I risultati hanno confermato l’ipotesi iniziale: l’apprezzamento per i volti nelle foto di gruppo era sempre superiore a quello nelle foto singole. Per fugare l’ipotesi che il fenomeno fosse legato a fattori socio-emotivi (una persona da sola, in generale, può evocare più tristezza rispetto a una persona insieme ad altre) piuttosto che alla percezione visiva, gli scienziati hanno poi effettuato un confronto tra una foto individuale e un collage di ritratti disposti su una matrice quadrata: anche in questo caso, i risultati hanno confermato l’effetto cheerleader. Ricordate, dunque. Se dovete farvi una foto, mai da soli. A meno che non si tratti di quella per la patente.

Riferimenti: Psychological Science doi:10.1177/0956797613497969

Credits immagine: Monica’s Dad

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