Perché si rompono i dispositivi elettronici?

A volte pare ci sia qualcosa di soprannaturale e maligno nei dispositivi elettronici: sul più bello schermi ultrapiatti, computer portatili, eBook reader smettono di funzionare, senza alcuna ragione apparente. Spesso non vale nemmeno la pena spendere tempo e denaro per farli riparare: ma sarebbe bello, almeno, scoprire il motivo del guasto improvviso. Secondo la scienza, i “colpevoli” più comuni sono i cosiddetti whisker, piccoli filamenti metallici simili a capelli, che crescono sullo strato di stagno utilizzato per coprire i circuiti elettronici. Queste fibre causano spesso cortocircuiti, perché agiscono da ponti elettrici, conducendo l’elettricità tra componenti che dovrebbero invece rimanere isolati. Ma come e perché, a un certo punto della “vita” di un dispositivo, si generano i whisker? La scienza, finora, non era riuscita a dare una risposta al problema.

A trovare il bandolo della matassa è stato Yong Sun, studente di dottorato in ingegneria meccanica al College of Engineering della University of South Carolina. Sun ha utilizzato una tecnica detta correlazione delle immagini digitali, con la quale ha monitorato i cambiamenti che avvengono sulle superfici dei circuiti, riuscendo così a dimostrare che la crescita dei whisker sarebbe dovuta a un gradiente di deformazione che si accumula all’interno del dispositivo. In sostanza, i componenti elettrici generano i maligni filamenti a causa degli stress meccanici ed elettrici cui sono sottoposti nel tempo. Il lavoro di Sun è stato pubblicato sulla rivista Scripta Materialia ed è valso al ricercatore il prestigioso premio Student Acta.

L’importanza della scoperta va ben oltre l’estensione del ciclo di vita dell’elettronica di consumo: anche la Nasa potrebbe essere interessata, dato che molti guasti ai satelliti commerciali sono causati proprio dai whisker. E lo stesso potrebbe valere per sistemi missilistici, centrali nucleari e pace-maker. “È una ricerca molto importante”, ha commentato orgoglioso Sun. “I dispositivi elettronici sono ormai ovunque, e sono sempre più piccoli. Quello dei whisker è un problema da risolvere, e noi abbiamo indicato la strada da percorrere”.

Riferimenti: Scripta Materalia doi:10.1016/j.scriptamat.2011.05.007

Via: Wired.it

Credits immagine: Patrick Rasenberg/Flickr

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

Articoli recenti

Mesotelioma, 9 casi su 10 sono dovuti all’amianto

Si tratta di una patologia rara e difficile da trattare. Colpisce prevalentemente gli uomini e…

10 minuti fa

Uno dei più misteriosi manoscritti medioevali potrebbe essere stato finalmente decifrato

Secondo gli autori di un recente studio potrebbe contenere informazioni sul sesso e sul concepimento,…

3 giorni fa

Ripresa la comunicazione con la sonda Voyager 1

Dopo il segnale incomprensibile, gli scienziati hanno riparato il danno a uno dei computer di…

5 giorni fa

Atrofia muscolare spinale, ampliati i criteri di rimborsabilità della terapia genica

L’Aifa ha approvato l’estensione della rimborsabilità del trattamento, che era già stato approvato per l'atrofia…

6 giorni fa

Così i tardigradi combattono gli effetti delle radiazioni

Resistono alle radiazioni potenziando la loro capacità di riparare i danni al dna. Piccolo aggiornamento…

7 giorni fa

Leptospirosi: perché crescono i casi a New York?

Mai così tanti casi di leptospirosi in un anno dal 2001: a contribuire all’aumento delle…

1 settimana fa

Questo sito o gli strumenti di terze parti in esso integrati trattano dati personali (es. dati di navigazione o indirizzi IP) e fanno uso di cookie o altri identificatori necessari per il funzionamento e per il raggiungimento delle finalità descritte nella cookie policy.

Leggi di più