Perché tante giovani vittime a Gaza?

Durerà poco la tregua umanitaria su Gaza. Il cessate il fuoco voluto da Israele (che non riguarda però una zona ad est di Rafah) sarà di appena sette ore e durante la notte gli attacchi sono continuati, portando alla morte del capo dell’intelligence della Jihad islamica a Gaza, Danyal Mansur, secondo quanto riferito da Israele, e di altre dieci persone, tra cui un bambino. Un altro. E un’altra ancora: quella morta stamani proprio durante il presunto cessate il fuoco. Le vittime dell’ultimo conflitto israelo-palestinese hanno determinato la morte di circa 1800 palestinesi (non è chiaro), e di questi oltre trecento (secondo alcuni fonti addirittura 400) sarebbero bambini, riferisce la Bbc. Perché così tanti?

A tracciare le caratteristiche demografiche della Striscia di Gaza è oggi un articolo sul New Scientist, che cerca di spiegare anche perché la sua popolazione sia così giovane. Perché giovane lo è davvero. Secondo i dati raccolti da Index Mundi infatti nella Striscia di Gaza (dove si contano circa 1,8 milioni di persone) il 43,5% della popolazione ha meno di 14 anni, e l’età media si aggira sui 18 anni. Quella mondiale sui 28, sui 30 quella di Israele: lontane dalla quarantina dei paesi europei, solo per fare un confronto. E solo in alcuni paesi africani è più bassa, aggirandosi intorno ai 15.

Ma perché, di nuovo, esistono così tanti giovani, e bambini, a Gaza? Secondo alcune analisi demografiche la ragione in primo luogo va cercata nell’alto tasso di fertilità delle donne: 4,4 figli per donna (contro la media di 3 per Israele e circa 2 per l’Europa). Un dato giustificabile in parte dal fatto che Gaza è tra i posti al mondo in cui le donne lavorano meno fuori casa: neanche il 15% di loro ha un impegno fuori dalle mura domestiche. Agli antipodi di paesi come quelli scandinavi dove le percentuali arrivano anche all’80%, spiega Jon Pedersen del centro di studi demografici di Oslo Fafo Institute. A questo si abbina anche il fatto che tradizionalmente, continua Pedersen, gli uomini che hanno più figli guadagnano di più, ottenendo stipendi extra dai propri datori di lavoro.

Si potrebbe pensare, aggiungono gli esperti, che il legame tra alta natalità ed elevato numero di donne casalinghe, sia legato ad un basso livello di istruzione (nella maggior parte dei paesi infatti il tasso di natalità diminuisce col crescere delle opportunità lavorative e di carriera per le donne). Ma a Gaza le cose non stanno così: anche le donne istruite, che conoscono e possono accedere alla contraccezione, scelgono di farsi una famiglia, dei figli, rinunciando alla carriera, continuano gli esperti. E anche i tassi di mortalità infantile (più alti rispetto ai paesi ma comunque in stabile diminuzione) non possono da soli spiegare il fenomeno. Ma allora cosa è si cela dietro l’alto tasso di natalità di Gaza?

Secondo uno studio di qualche anno fa dell’antropologa dell’University College London Sara Randall, potrebbe essere lo stesso conflitto israele-palestinese la ragione dietro il fenomeno. Perché? “Dai dati che abbiamo non possiamo concludere che i livelli straordinariamente elevati di fertilità a Gaza siano anche una risposta più a lungo termine contro l’oppressione politica e un sintomo del bisogno di aumentare il numero dei palestinesi, ma potrebbe certamente essere un’ipotesi plausibile”, scrivono gli scienziati: “In una situazione in cui impotenza, la sottoccupazione e l’emarginazione hanno lasciato poche opportunità per l’espressione della propria identità, la riproduzione è una delle poche libertà che resta, e contribuisce anche al più ampio obiettivo di aumentare il popolo palestinese”. Riprodursi quindi come senso del dovere, per far crescere la popolazione sì, e così l’esercito.

Via Wired.it

Credits immagine: Rusty Stewart/Flickr

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