I “rimasugli” di Dna delle cellule che muoiono per apoptosi potrebbero scatenare la risposta del sistema immunitario. Lo affermano i ricercatori dell’Università di Osaka (Giappone) in uno studio condotto sui moscerini della frutta e appena pubblicato sulla rivista Genes & Development. Lo studio apre inaspettati scenari nel campo delle malattie autoimmuni. Il meccanismo di apoptosi, o morte cellulare programmata, è fondamentale per il buon funzionamento degli organismi. E una delle conseguenza del mancato innesco della morte cellulare programmata è il cancro. Uno dei fenomeni che caratterizzano l’apoptosi è la degradazione del Dna, che avviene per mezzo di una serie di enzimi specifici, le Dnasi. I ricercatori giapponesi hanno utilizzato moscerini della frutta Drosophila melanogaster per determinare il contributo relativo delle diverse Dnasi e le conseguenze fisiologiche della degradazione del Dna. E i risultati più significativi sono arrivati proprio su quest’ultimo fronte: la degradazione del Dna giocherebbe infatti un ruolo insospettato nella risposta innata del sistema immunitario. Se il Dna delle cellule morenti non viene completamente “digerito”, i “rimasugli” possono scatenare forti risposte immunitarie. “Se i risultati che abbiamo ottenuto in Drosophila potrà essere generalizzato ai mammiferi,” è il commento di Shigekazu Nagata, autore principale dello studio, “tra gli effetti della presenza di Dna non degradato potrebbe esserci addirittura la setticemia”. (f.n.)
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