Pericolosi effetti collaterali

La riproduzione dei microrganismi geneticamente modificati potrebbe sfuggire al controllo e causare seri danni all’ambiente e alla salute umana. E’ questa la previsione lanciata dall’Etc, un gruppo di lavoro in difesa della biodiversità e dei diritti umani, in un manifesto illustrato di circa 80 pagine, di cui da notizia oggi il New York Times. Intitolato “The big down” e pubblicato sul sito web dell’Etc, il documento avverte sulle possibili conseguenze dell’interazione tra le “bio” e le “nanotecnologie”. Un connubio che manipola la materia vivente allo scopo di miniaturizzarla, immettendo però nell’ambiente particelle artificiali ignote, il cui accumulo nel sistema immunitario degli organismi viventi potrebbe provocare patologie sconosciute. Le reazioni non si sono fatte attendere. I fautori delle nanotecnologie, infatti, hanno bollato il gruppo come “non scientifico”, accusandolo di aver introdotto elementi di fiction nel mondo della scienza e di aver ingaggiato una battaglia contro la tecnologia. Descrivendo, al contrario, un futuro al servizio della salute umana: sistemi diagnostici piccolissimi che scoveranno i tumori allo stadio iniziale, sistemi di immagazzinamento delle informazioni contenenti intere biblioteche di dati nelle dimensioni di un cubetto di zucchero e così via. Ma Pat Roy Mooney, direttore esecutivo dell’Etc, ha affermato di “non voler intraprendere una crociata contro l’innovazione tecnologica, bensì contro un business volutamente cieco nella valutazione delle priorità e dei rischi per la società civile”. (d.d.v.)

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