I pesci ci sentono nuotare

Una canoa scivola silenziosamente sulle acque appena increspate del mare. Quando un remo affonda e riemerge, l’acqua scorre sul suo bordo. Le gocce che scorrono sulla pala generano suoni per noi umani impercettibili. Eppure, sotto la superficie del mare, qualcuno li ascolta. A dirlo sono i ricercatori della Curtin University di Perth, Australia, che hanno misurato l’impatto del rumore subacqueo prodotto dalle attività umane sulla vita marina. I risultati di questo studio sono stati presentati da Christine Erbe, direttrice del Center for Marine Science & Technology della Curtin University, durante il 175esimo Meeting della Acoustical Society of America, nelle scorse settimane a Minneapolis, nel Minnesota.

Che si tratti di una gita in barca a remi, di una lunga nuotata o di una immersione a caccia di coralli, insomma, le creature marine ci sentono. “Nel momento stesso in cui gli esseri umani si muovono nell’acqua, generano rumore“, ha detto Erbe, che studia le grandi fonti di suoni subacquei, “anche se spesso dimentichiamo come nell’acqua il suono si propaghi in modo rapido ed ottimale”.

Quando il rumore sottomarino supera una certa intensità, può rappresentare un problema per le creature acquatiche. Molti animali marini si affidano infatti ai suoni per le loro principali funzioni vitali, come comunicare, percepire l’ambiente circostante, migrare ed accoppiarsi. Il rumore può disturbare il loro comportamento, influire sulle loro capacità uditive, mascherare le comunicazioni, causare stress e, in casi estremi, provocare danni fisici e fisiologici fatali. Già nel 2017 uno studio aveva evidenziato le conseguenze del rumore oceanico sul comportamento di alcuni cetacei, come il possibile aumento del rischio di spiaggiamenti di massa quando scappano perché disturbati da elementi come un sonar.

“Per capire quanta interferenza noi causiamo agli animali marini – ha dichiarato Erbe – abbiamo collocato sott’acqua dei microfoni speciali, gli idrofoni, e registrato i suoni prodotti da una serie di attività acquatiche ricreative”.

(Suoni sott’acqua di nuotatori, subacquei, surfisti e canoisti. Credit: Center for Marine Science & Technology, Curtin University, Perth, Australia)

Oltre ogni aspettativa, durante i test effettuati in piscina, Erbe e colleghi sono rimasti sorpresi nello scoprire quanto rumorosi siano gli umani sott’acqua. Non solo: grazie alle registrazioni video e audio simultanee, i ricercatori sono stati in grado di abbinare ogni suono prodotto ad una attività specifica, riuscendo perfino ad identificare, con il solo ascolto delle registrazioni, chi dei volontari fosse in piscina e quale attività (stile di nuoto, surf, snorkeling, immersioni subacquee, ecc.) stesse eseguendo.

“La maggior parte del suono originato è legato alle bolle che generiamo sulla superficie dell’acqua”, spiega Erbe. Ogni volta che nuotiamo, infatti, le braccia rompono la superficie acquatica, creando e spingendo verso il basso una nuvola di bolle che vibra ed invia un’onda acustica. Ciascuno di noi, muovendosi in modo diverso, spinge le bolle in direzioni differenti facendo più o meno rumore. “Il suono degli sport acquatici non motorizzati forse non danneggerà alcun animale, ma è abbastanza forte da permettere agli animali di sentirci”, ha concluso la direttrice.

Riferimenti: Acoustics Australia

Articolo prodotto nell’ambito del Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara

Redazione Galileo

Gli interventi a cura della Redazione di Galileo.

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