di Gionata Stancher e Giovanna Gargiulo
Perdere peso può essere anche una questione di fiuto, in senso letterale. Da una ricerca del dipartimento di Biologia molecolare e cellulare dell’Università di Berkeley sono infatti arrivate evidenze della connessione del senso dell’olfatto col metabolismo del grassi e con il bilancio energetico dell’organismo. Lo studio che dimostra che l’odore del cibo può avere effetti sul modo in cui viene assimilato è stato pubblicato sulla rivista Cell Metabolism.
Attraverso degli esperimenti condotti sui topi, i ricercatori hanno osservato che negli animali in cui era stato artificialmente soppresso il senso dell’olfatto per mezzo della rimozione dei neuroni olfattivi tendevano non solo ad ingrassare significativamente meno degli altri, ma anche a dimagrire più velocemente in caso fossero sovrappeso.
L’assenza del senso dell’olfatto pare quindi contrastare gli effetti delle diete ipercaloriche nei topi. Infatti, topi privi di olfatto allevati con diete ipercaloriche aumentavano di peso mediamente del 10%, contro il 100% dei topi normali. Viceversa, i topi ai quali il senso dell’olfatto era stato artificialmente potenziato attraverso la manipolazione dei neuroni olfattivi, tendevano ad accumulare grasso.
La spiegazione più semplice – ovvero che i topi con l’olfatto inalterato fossero stati più ingordi degli altri è stata scartata – in quanto la quantità di calorie assimilata dai due gruppi sperimentali era la stessa. Ma come può la sola percezione olfattiva del cibo influire sulla sua assimilazione? La risposta è che alterando la percezione del cibo si altera il modo in cui il cervello decide di gestire il bilancio energetico complessivo dell’organismo, attraverso l’attivazione dello smaltimento dei grassi. “I sistemi sensoriali” conclude il coordinatore della ricerca Andrew Dillin “giocano un ruolo nel metabolismo. L’accumulo di peso non ha solo a che fare con la quantità di calorie assunte; è anche in relazione con come queste calorie vengono percepite a livello sensoriale”.
Riferimenti: Cell Metabolism
Articolo prodotto in collaborazione con il Master in Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza dell’Università di Ferrara
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