Spazio

No, il misterioso Pianeta Nove non esiste

Nello Spazio ci sono ancora tanti misteri da svelare. E tra questi c’è la strana orbita di Sedna, un corpo celeste lontano dalla Terra tre volte più di Plutone e che orbita attorno al nostro Sole con una traiettoria così ellittica che lo fa sembrare distaccato (detached, in inglese) dal resto Sistema solare. Perché? Non si sa. Una possibile spiegazione è che ci sia un pianeta più grosso (il Pianeta Nove) e ancora più lontano a influenzarne l’orbita, ma secondo alcuni esiste un’altra possibilità. I ricercatori della University of Colorado (CU Boulder), che hanno esposto i risultati della loro ricerca durante il 232° meeting dell’American Astronomical Society a Denver, ipotizzano che a spiegare le bizzarre dinamiche dei detached bodies (i corpi distaccati) siano le loro stesse interazioni (urti e spintoni tra pianeti minori, asteroidi e detriti spaziali) ai margini del Sistema solare.

Sedna
La Nasa lo descrive come più grande di un asteroide ma più piccolo di un pianeta (3/4 della grandezza di Plutone), ed è l’oggetto più rosso finora scoperto dopo Marte. Lontanissimo, a 13 miliardi di chilometri dalla Terra, e con un’orbitaattorno al Sole estremamente ellittica ed eccentrica. Impiega infatti oltre 11mila anni a completarne una, passando la maggior parte del tempo nel Sistema solare esterno.

Anche nel punto della sua orbita più vicino al Sole (perielio) si mantiene a una distanza tale dai giganti del nostro Sistema Solare, in particolare da Giove e Nettuno, da non venirne influenzato dalla gravità. Per questo è annoverato tra gli oggetti celesti transnettuniani che appaiono distaccati dal cuore del nostro Sistema solare. Insomma, cosa abbia portato corpi come Sedna a orbitare attorno al Sole rimane un mistero.

Lo studio
Una delle ipotesi avanzate per spiegare le stranezze nelle dinamiche dei detached bodies come Sedna è che esista da qualche parte oltre Nettuno, oltre Plutone, un altro pianeta, il misterioso Pianeta Nove, in grado di influenzare le traiettorie dei corpi celesti più piccoli che transitano nel Sistema solare esterno. Il team di Ann-Marie Madigan della CU Boulder, però, ha formulato un’altra teoria.

Sulla base di simulazioni al computer i ricercatori hanno calcolato che le orbite di oggetti piccoli come asteroidi e detriti spaziali si muovono più velocemente di Sedna e interagiscono con la sua orbita e con quella di altri pianeti nani cambiando la forma della loro orbita. “Ci sono così tanti di questi corpi là fuori: quali saranno gli effetti della loro gravità collettiva?”, spiega Madigan. “Potremmo risolvere diversi problemi semplicemente ponendoci questa domanda”.

Via: Wired.it

Mara Magistroni

Nata e cresciuta nella “terra di mezzo” tra la grande Milano e il Parco del Ticino, si definisce un’entusiasta ex-biologa alla ricerca della sua vera natura. Dopo il master in comunicazione della scienza presso la Sissa di Trieste, ha collaborato con Fondazione Telethon. Dal 2016 lavora come freelance.

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