Più di una pinna, meno di un arto

Un fossile ritrovato lungo il bordo di una autostrada della Pennsylvania potrebbe contenere la chiave per capire come è avvenuta la conquista della terraferma da parte dei primi anfibi. Si tratta infatti di un omero, risalente a 365 milioni di anni fa, il periodo Tardo-Devoniano, e come spiegano su Science Neil Shubin e Michael Coates dell’Università di Chicago, ha caratteristiche intermedie tra la pinna di un pesce e l’arto di un anfibio. Presenta infatti uno spazio per l’attaccatura di un muscolo ben sviluppato, che fa presupporre un possibilità di movimento che i pesci non possedevano: l’innalzamento da terra del torace, condizione decisiva per muovere i primi passi su terraferma. Il fatto che questo fossile appartenga ad una specie vivente ancora legata a un ecosistema acquatico proverebbe comunque che le caratteristiche per l’adattamento alla terraferma si svilupparono già in acqua. L’abilità di sollevare il corpo sarebbe quindi ben più antica di quanto finora non si fosse creduto. (m.zi.)

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