Più informazione per mangiar sano

Ha il sapore di un evento. E, a modo suo, lo è davvero. Dopo venticinque anni, infatti, si terrà presso la sede della Fao di Roma la seconda Conferenza Nazionale per l’Educazione Alimentare. Scelte consapevoli, sicurezza alimentare e migliore qualità dell’informazione saranno i temi al centro del dibattito. Che è un occasione per tracciare la situazione alimentare del Paese, individuando e promuovendo interventi per diffondere norme e principi alimentari, anche nelle scuole.

L’iniziativa, che si svolgerà dal 15 al 17 febbraio, è stata organizzata dall’Istituto Nazionale per la Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran) e nasce da un protocollo d’intesa tra il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali, il Ministero della Pubblica Istruzione e lo stesso Inran.

A sollecitare l’evento, il cambiamento, avvenuto in venticinque anni, delle abitudini di vita, dei consumi di alimenti, e delle conoscenze scientifiche in tema di salute e nutrizione. E delle tecniche di produzione, trasformazione, conservazione e distribuzione degli alimenti. Insieme allo scarso intervento delle autorità italiane nella divulgazione dei principi di sana nutrizione, anche se la dieta mediterranea ha limitato danni e disturbi alimentari nella popolazione. Fin dalla sua nascita l’Inran, un ente sottoposto alla vigilanza del Ministero delle politiche agricole e forestali, ha svolto attività di ricerca nel settore dell’educazione alimentare. Ma la pubblicizzazione dei risultati raggiunti non sempre è stata delle migliori. Per diffondere gli studi e i dati, l’istituto si è servito di un unico strumento: le linee guida. Dopo il 1986, anno in cui ci fu una loro distribuzione massiccia, sono state riviste soltanto nel 1997. E’ mancato, quindi, nel nostro Paese un aggiornamento sull’educazione alimentare. Per le prossime linee guida bisognerà attendere il 2002. La situazione appare ancora più grave se si pensa che negli Stati Uniti, per esempio, le linee guida sull’educazione alimentare vengono pubblicate ogni cinque anni.

La conferenza quindi, già prima dell’apertura dei lavori, appare l’occasione adatta per diffondere questi temi tra tutte le fasce della popolazione ma soprattutto tra gli studenti. L’appuntamento della prossima settimana – come gli stessi organizzatori auspicano – sarà all’insegna della maggiore diffusione dell’educazione alimentare e della promozione di un’informazione di qualità. Alla conferenza infatti parteciperanno attivamente nutrizionisti, medici, dietisti, educatori, giornalisti, antropologi e pedagogisti. E, gli stessi consumatori invitati dall’Inran a intervenire a un forum di discussione aperto sul sito che ha come tema la qualità dell’informazione alimentare attraverso i media e i suggerimenti per migliorarla.

“C’è stato un rapido cambiamento della comunicazione alimentare negli ultimi anni, dai manifesti e dagli opuscoli, ai siti e ai Cd Rom, ma l’assenza dell’educazione alimentare dai programmi scolastici, ha aumentato la disinformazione, i pregiudizi e i miti alimentari, soprattutto nei giovani”, ha sottolineato Marcello Ticca, responsabile della Documentazione e informazione alimentare dell’Inram, in occasione della conferenza stampa di presentazione. A lui ha fatto eco il ministro delle Politiche Agricole Alfonso Pecoraro Scanio: “Dobbiamo evitare che l’educazione alimentare nelle scuole faccia la fine della povera educazione civica”, parlando della necessità di coniugare i concetti di tradizione e di innovazione. Dove la tradizione è quella che fa dell’Italia la sede mondiale del polo agroalimentare e l’innovazione sarà data dall’introduzione nelle scuole di un sistema simile al “five a day” americano, l’espediente inventato per diffondere l’abitudine al consumo di frutta. Il ministro ha quindi anticipato l’introduzione nel nostro Paese delle fattorie didattiche e dell’educazione alla ristorazione, con appuntamenti educativo-culinari per gli studenti e con una maggiore attenzione verso l’enogastronomia come migliore strumento per avvicinarsi alle tabelle nutritive.

E’ un evento carico di significati, su più piani. La conferenza, infatti, è anche una risposta delle autorità italiane all’incertezza dei consumatori sul concetto di sana alimentazione. Proprio quando le direttive comunitarie stabiliscono limiti e divieti per arginare il rischio Bse, e l’Associazione Verdi Ambiente e Società insieme alle Coop denunciano le alterazioni genetiche dell’unica soia transgenica, la roundup, prodotta dalla Monsanto e autorizzata al commercio dall’Unione europea fin dal 1996.

Ma sarà anche un’occasione per parlare di disturbi del comportamento alimentare e di malattie legate all’alimentazione, come il sovrappeso e l’obesità che nel nostro Paese colpiscono il 40 per cento dei giovani.

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