Più papà che mamme tra i nostri antenati

Nell’Africa di 60 mila anni fa, gruppi formati quasi esclusivamente da uomini si spostavano verso la Penisola Arabica e l’Egitto, per poi conquistare le altre terre asiatiche ed europee. Che fossero mossi da motivi bellici è solo un’ipotesi, ma una nuova analisi del genoma umano lascia pochi dubbi sul fatto che discendiamo da popolazioni in cui vi erano molti più uomini che donne.

Lo rivela uno studio dell’Harvard School of Medicine (Usa) pubblicato su Nature Genetics e condotto da un gruppo di ricerca guidato dal genetista Alon Keinan. I ricercatori hanno analizzato il genoma di uomini contemporanei africani, europei e asiatici, e comparato oltre centomila differenze del cromosoma sessuale X (che insieme all’Y determina il sesso negli esseri umani).

In una popolazione monogama in cui uomini e donne sono presenti in ugual numero, la variabilità genetica dei cromosomi X è alta. Ciascuna donna infatti possiede due cromosomi X, mentre gli uomini posseggono un cromosoma X e uno Y: questo implica che tutte le varianti genetiche presenti sui tre cromosomi X (quelli di ciascuna coppia monogama) hanno la stessa probabilità di passare ai figli.

Se però una popolazione è composta prevalentemente da uomini, il numero di cromosomi X cala drasticamente e con esso la variabilità dei geni presenti su quel cromosoma.

Keinan e colleghi hanno trovato che questa riduzione della variabilità è vera per tutte le popolazioni attuali tranne che per quelle africane. Ne hanno dedotto che gli antichi gruppi di esseri umani – che migrarono dall’Africa tra i centomila e i sessantamila anni fa – fossero composti soprattutto da uomini. Gli autori, per pura speculazione, ipotizzano che questi uomini fossero mossi dalla sete di conquista di nuovi territori, dove lasciavano prole.

I dati di questo studio contraddicono quelli di un’altra ricerca, pubblicata all’inizio di quest’anno su PlosGenetics, secondo la quale tutti gli uomini discendono da un minor numero di maschi rispetto a quello delle femmine. Gli autori avevano allora fornito come spiegazione la poligamia, in cui pochi maschi fanno figli con più donne.

Secondo David Reich, che ha condotto l’analisi insieme a Keinan, la discordanza potrebbe dipendere dai campioni considerati, forse ancora troppo piccoli. Ma è possibile che le ipotesi siano vere entrambe e che si siano verificate in momenti molto diversi della storia degli esseri umani. (s.m.)

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