Polifemo alla Sapienza

Polifemo era un elefante nano. Questa l’affascinante tesi sostenuta dalla mostra aperta fino al 14 maggio al Museo di Paleontologia dell’Università ‘La Sapienza’ di Roma, che lega il mito dei ciclopi ai numerosi resti fossili di elefanti rinvenuti in Sicilia. L’isola, diversi millenni or sono, era infatti abitata da una specie peculiare di elefanti di piccola taglia. I molti crani che nel corso dei secoli sono affiorati negli scavi, dando vita al mito reso celebre da Omero. Come si vede nella figura (http://www.mjourney.com/news/News_from_Greece/images/story.elephant.skull.jpg) il cranio di un elefante ha alcune somiglianze con quello umano, soprattutto se non sono presenti le zanne. Alle due orbite oculari si aggiunge però una grande cavità centrale, che è alla base della proboscide. Da questi ritrovamenti, insieme alle grandi ossa che ne compongono lo scheletro, nacque probabilmente l’idea che in un remoto passato individui giganteschi, con un unico grande occhio in mezzo alla fronte, avessero popolato le isole del Mediterraneo. È un’ipotesi affascinante che è d’altra parte confermata anche dalle numerose leggende che in tutto il mondo sono nate intorno ai resti fossili dei grandi animali del passato.La mostra è divisa in due parti. La prima sala è dedicata al viaggio di Odisseo di ritorno dalla guerra di Troia, durante il quale l’eroe e il suo equipaggio vengono catturati dal ciclope Polifemo. L’astuta fuga di Ulisse è narrata facendo ricorso al testo omerico, immersa in una scarna ricostruzione del contesto storico.La seconda parte della mostra è invece quella più scientifica ed espone numerosi reperti della collezione del Museo, tra cui un posto importante hanno gli scheletri degli elefanti nani siciliani (meno di un metro al garrese). Elephas falconeri – questo il nome scientifico del piccolo pachiderma – è stato finora ritrovato solamente in Sicilia e a MaltaI reperti paleontologici sono accompagnati dalla ricostruzione del probabile ambiente del Mediterraneo di centinaia di migliaia di anni fa. Dal punto di vista ecologico, l’elefante nano è un esempio di una legge quasi universale dell’evoluzione: negli ambienti delimitati (come le isole) la selezione naturale favorisce gli individui di dimensioni ridotte, che hanno bisogno di minori risorse. Una dimostrazione del potere dell’evoluzione (con buona pace della ministra Moratti e dei suoi programmi scolastici).A chi ancora pensa che la scienza e la letteratura siano isolate, questa mostra potrebbe cambiare idea.POLIFEMO ALLA SAPIENZADal mito omerico all’interpretazione scientificaFino al 14 maggio 2004Museo di Paleontologia, Dipartimento Scienze della Terra Università “La Sapienza” di RomaOrario 10 – 17 Tutti i giorni (compresi sabato e domenica)Chiuso: 8-13 Aprile, 25 Aprile, 1 MaggioIngresso Libero

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here