Principi etruschi, tra Mediterraneo ed Europa

Ci troviamo fra la metà dell’VIII e gli inizi del VI secolo avanti Cristo e tutto il Mediterraneo è investito da una impressionante circolazione di merci, di uomini e di idee. Al centro, la penisola italica. La ricchezza arriva direttamente dagli imperi del Vicino Oriente sulle navi dei mercanti fenici e dei coloni greci, che portano in Europa una serie interminabile di prodotti di lusso e di merci. Nello stesso tempo, a cominciare dalla Toscana e dal Lazio – terra degli Etruschi e dei Latini – le popolazioni si radunano in grandi centri urbani, e il potere (per motivi ancora in parte oscuri) si raduna nelle mani di poche grandi famiglie. Sono questi principi dalle grandi possibilità economiche che si incontrano con le genti fenicie e greche, aprendo nuovi mercati e scoprendo nuovi linguaggi artistici. I principi etruschi, ispirandosi ai loro “pari” dei grandi regni mediterranei, operano in pochi decenni un mutamento impressionante negli stili di vita, nell’arte, nella cultura e finanche nella spiritualità. E’ questa la trasformazione raccontata nella mostra “Principi etruschi tra Mediterraneo ed Europa” allestita a Bologna al Museo civico archeologico fino al primo aprile 2001.

Una varietà di oggetti, straordinaria sia per il numero che per la qualità artistica, ricostruisce in tutti i suoi aspetti l’età Orientalizzante, il periodo più ricco e florido della civiltà etrusca. La prima sala, allestita come la stiva di una nave, mostra le “fonti” del lusso alle quali attingevano i principi etruschi: è questa l’occasione per vedere per la prima volta in Italia l’eccezionale corredo della tomba regale 79 di Salamina di Cipro – un unicum per la sua ricchezza – e bronzi e ori orientali dai grandi santuari greci di Olimpia e Samo. I principi etruschi sfoggiavano la loro potenza costruendo palazzi e tombe: lo testimonia la ricostruzione del tetto adorno di sculture e le lastre architettoniche provenienti dai piccoli centri di Murlo (Siena) e di Acquarossa (Viterbo), del VI secolo. Sono queste le uniche due regge etrusche a noi note, la cui ricchezza di sculture e fregi decorativi lascia presagire lo splendore dei palazzi delle grandi città come Cerveteri, Tarquinia o Veio. Le campagne attorno a queste città si popolano di grandi tumuli sepolcrali, vere colline artificiali che marcano il paesaggio. La mostra propone due notevoli ricostruzioni: una grande scalinata-altare addossata a un tumulo nei pressi di Cortona e l’interno della tomba delle Cinque Sedie di Cerveteri, dove tavole e troni scolpiti nel tufo e statue degli antenati in terracotta rendevano eterno il banchetto in onore del defunto. Assieme sono mostrati oggetti dei corredi funebri, tra cui spiccano statue a grandezza naturale e l’intero corredo della Tomba del Duce di Vetulonia, una delle più ricche dell’intera Etruria.

Come per i guerrieri e i capi di Omero, così per gli Etruschi il vero luogo di incontro e di scambio è il banchetto: il rituale sociale per eccellenza, che evidenzia i ruoli e le gerarchie attraverso grandi apparati e servizi da mensa, come è mostrato dall’abbondante scelta di vasi di bronzo, di bucchero, di argilla, spesso decorati con complesse figurazioni. Ma tutto l’arredo della casa era utile a manifestare il prestigio del principe: così sono esposti troni, carri, bronzi (tra cui anche strumenti musicali), insegne del potere e un gruppo ricchissimo di avori da Comeana presso Firenze. Anche la donna del principe, il cui ruolo nella vita domestica etrusca è particolarmente rilevante, partecipa allo sfarzo dell’epoca attraverso la ricchezza dei gioielli e dei vasi da profumi e da toeletta. Un elemento fondamentale nella formazione culturale italiana è l’acquisizione in quest’epoca della scrittura. I potenti etruschi, modificando l’alfabeto greco, scoprirono questo formidabile sistema di comunicazione che era adatto, essendo ancora riservato a pochissimi, a dediche e a scambi di doni al livello più elevato.

La mostra di Bologna è un’occasione da non perdere per approfondire la conoscenza di un periodo storico fondamentale per la formazione delle società antiche in Italia, e per ammirare capolavori che hanno modificato e arricchito la storia dell’arte europea. Un’occasione che vale anche per i più piccoli, per i quali è stata allestita un’area dove, grazie alla ricostruzione di oggetti, vestiti e interni, possono toccare con mano e riprodurre alcune delle cerimonie dei principi etruschi.

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