Prova generale per Ares 1-X

Lancio di collaudo effettuato per Ares 1-X, il primo esemplare della nuova generazione di navicelle spaziali che dovrebbero sostituire lo Shuttle dal 2012 (qui il video). Il condizionale, come si dice, è d’obbligo, perché è nell’aria qualche cambiamento nel programma Constellation (del 2004), che comprende, appunto, Ares I.

Il rapporto Augustine sul programma spaziale statunitense è comunque al vaglio del presidente Obama, e si dovrà aspettare qualche mese prima di conoscere la sorte di Ares I. Speculazioni a parte quindi, con un giorno (e tre ore) di ritardo per cause metereologiche, il nuovo razzo ha lasciato la base spaziale di Cape Canaveral, in Florida, ieri 28 ottobre alle 11,30 ora locale (16,30 in Italia): due minuti di gloria in cui si è alzato fino a 45 chilometri di altezza, per poi ammarare nell’Oceano Atlantico dove era atteso per il recupero, a circa 250 chilometri di distanza dalla rampa di lancio. Scopo della missione era testare le nuove tecnologie che dovrebbero riportare la Nasa sulla Luna nel 2020, in particolare i 700 sensori che rilevano le condizioni di pressione e temperatura, migliaia di volte al secondo.

Rispetto allo Shuttle, con i suoi quasi cento metri, Ares 1-X è decisamente più longilineo, tanto che è soprannominato “lo stecco” (the stick). È composto da tre moduli: uno stadio a propellente solido, più lungo di quello dello Shuttle, un secondo a propellenti liquidi – idrogeno e ossigeno – e la capsula Orion, costruita per ospitare quattro o sei astronauti.

Il prototipo lanciato non è ancora completo: il secondo modulo era vuoto, senza propellenti e senza il motore (J-2X, la nuova versione di quello utilizzato per Saturn V, il razzo che negli anni Sessanta era utilizzato proprio per le missioni lunari). L’aspetto esterno però era comunque (quasi) quello della versione definitiva. Sempre se esisterà. (t.m.)

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