Prove di grammatica per uccelli

Il linguaggio una prerogativa umana? Forse non del tutto. Uno studio dell’Università di San Diego e dell’Università di Chicago, apparso su Nature, ha dimostrato la capacità degli storni di classificare i segnali acustici riconoscendo gli incisi. Gli incastri sintattici sono una caratteristica della nostra grammatica che permette la creazione di nuove frasi di senso compiuto, inserendo parole all’interno delle frasi, teoricamente senza limiti. I linguisti hanno sempre sostenuto che questo meccanismo fosse abilità esclusiva della specie umana. I ricercatori statunitensi hanno però provato il contrario, creando canti artificiali di storni, secondo due schemi di regole: uno indipendente dal contesto, in cui i suoni potevano essere inseriti in un punto qualunque in mezzo alla stringa acustica, e l’altro a stati finiti in cui nuovi suoni erano aggiunti solo all’inizio o alla fine della stringa. Usando la tecnica del rinforzo dello stimolo, gli uccelli venivano ricompensati se premevano un bottone con il becco quando ascoltavano le melodie del primo tipo e se si astenevano dal premerlo quando si trattava di una canzone del secondo tipo. Nove storni su undici hanno imparato a distinguere tra le due tipologie di canti, anche se ci sono volute dalle 10 mila alle 50 mila prove, ripetute per diversi mesi. Ulteriori esperimenti, condotti cambiando le combinazioni di suoni, suggeriscono che gli storni abbiano imparato le regole, e non abbiano semplicemente memorizzato i canti. (t.m.)

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