A guardare nel database de “Il libro bianco dell’oncologia in Italia” dell’Associazione italiana di Oncologia medica (Aiom), si trovano numeri confortanti: su 332 centri oncologici, 262 (quasi il 79%) prevedono un servizio di psiconcologia. Meglio al Nord (150 strutture su 167) e al Centro (61 su 83) e un po’ meno bene nel Sud e nelle isole (51 su 82). Nonostante questa capillarità, un problema resta: “La nostra presenza nei centri oncologici è ormai abbastanza diffusa, a dimostrare che l’esigenza è reale e sentita, ma la gran parte di questi servizi o è a titolo di volontariato o è finanziata da associazioni ed enti privati, e non sempre rientra in modo organico nel percorso di cura”, dice Paolo Gritti, presidente della Società Italiana di Psiconcologia (Sipo), a fianco di Europa Donna Italia per la campagna ForteMente, un progetto che vuole portare fatti e cifre al Ministero della Salute per chiedere di garantire il supporto psicologico in primis per le donne con un tumore al seno avanzato e metastatico.
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