Oranghi e scimpanzé vincono il riconoscimento dei primati più intelligenti. Seguono macachi, gibboni e babbuini, mentre i lemuri si piazzano per ultimi. A stilare sulla rivista Evolutionary Psychology la singolare classifica dei quozienti di intelligenza delle grandi scimmie sono stati i ricercatori della Duke University Medical Center di Durham (Usa) che hanno confrontato le abilità cognitive delle varie specie di fronte a vari compiti. Tra le prove da superare, le scimmie dovevano attraversare labirinti, ordinare i colori, trovare alimenti nascosti. Sia gli oranghi sia gli scimpanzé si confermano primi nelle capacità di manipolare strumenti o impartire insegnamenti ai cuccioli. In passato altre ricerche avevano suggerito che il fattore critico dell’intelligenza dei primati risiedesse nella corteccia cerebrale. Ma secondo i ricercatori il QI sembra correlato più alla dimensione assoluta del cervello, che alla sua dimensione relativa rispetto alla taglia del corpo o alle grandezze relative di differenti regioni cerebrali. Non è un caso comunque che le specie più intelligenti siano quelle considerate più vicine da un punto di vista evolutivo all’essere umano. (a.c.)