Quando i vermi avevano la corazza

I vermi un tempo erano corazzati come gli attuali crostacei? Possibile, almeno stando alla scoperta di uno straordinario fossile nel Marocco sud-orientale che ha risolto un enigma paleontologico su bizzarri animali (della classe dei Machaeridia) vissuti da 485 a 305 milioni di anni. L’eccezionalità del reperto sta nel fatto che, insieme alla placche della corazza esterna, per la prima volta è stata trovata la parte molle dell’animale fossilizzato. Lo studio che descrive su Nature questa insolita creatura, è di un gruppo di ricercatori dell’Università di Yale (Usa).

Finora, ben poco si sapeva  di questi strani animali e delle loro relazioni filogenetiche con altre specie, perché le uniche testimonianze consistevano in corazze isolate rinvenute sui fondali marini. Le parti del corpo morbide infatti, tra cui la maggior parte degli organi interni, si decompongono solitamente prima di fossilizzare. Si pensava avessero affinità con gli echinodermi (di cui fanno parte anche i ricci e le stelle marine) o con gli anellidi (come i  lombrichi o le sanguisughe).

Il campione rinvenuto, della dimensione di un pollice, mostra inequivocabilmente che sotto la corazza dorsale l’animaletto aveva un corpo allungato e segmentato, con estensioni molli simili ad arti e due fasci di lunghi peli lunghi su ciascuna estensione. Gli autori dello studio sostengono che il corpo diviso in segmenti, ma soprattutto la presenza di “arti” molli con peli identificherebbero senza dubbi questi invertebrati come anellidi. “Questa scoperta fornisce un fondamentale contributo allo studio dell’evoluzione di questo gruppo” ha commentato Derek Briggs, direttore dell’Istituto di Studi della Biosfera dell’Università di Yale, “mostrando che alcuni vermi, comparsi per la prima volta in ambiente marino durante il Cambriano (circa 500 milioni di anni fa), svilupparono presto una corazza dorsale mineralizzata”. (m.g.)

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