Quando la scienza fa arrossire

“Non metterti le dita nel naso, e smettila di sguazzare nel fango che sporchi i vestiti”. Alzi la mano la mamma (o il papà) che non ha mai gridato l’accorato rimprovero al proprio pargolo. Ahiloro, si tratta quasi sempre di una battaglia persa: sarà l’innata curiosità dei giovani, ma bambini e ragazzi sembrano irresistibilmente attratti da tutto ciò che è un po’ ributtante, emette spiacevoli flatulenze e fastidiosi borborigmi. Negli Stati Uniti, terra di idee spesso stravaganti che però a volte funzionano, hanno deciso che anziché combatterla, questa strana attrazione poteva essere sfruttata a fini educativo-didattici.

Così, l’ultima trovata d’oltreoceano in fatto di divulgazione scientifica per ragazzi si chiama “Grossology”, letteralmente si potrebbe tradurre con “schifezzologia”. Sottotitolo: la scienza delle – poco piacevoli – funzioni umane. Si tratta di una mostra itinerante per ragazzi inaugurata il 26 maggio scorso e che fino a settembre sarà nel New Jersey. La mostra sta facendo furore tra i ragazzini americani, tanto che l’istituzione organizzatrice, la Liberty Science Center, ha fatto sapere ai futuri visitatori di prepararsi a lunghe file.

Tra le attrazioni più gettonate figurano un naso gigante, con tanto di peli e muco, in grado di starnutire quando stimolato; una parete di pelle con lividi, vesciche, nei e brufoli; un enorme apparato digerente “percorribile” dai visitatori; un losco figuro che s’ingozza di una bibita gassata e il cui stomaco quindi si lascia andare in svariate “esalazioni rumorose” e molto, molto ancora.

“Grossology”, è nata prima innanzitutto sotto forma di libro, scritto da Sylvia Branzei, un’insegnante di scienze. La strategia è di avvicinare i bambini alle scienze, in particolare alla fisiologia umana, attraverso quelle parti che più li affascinano e di cui i genitori sono solitamente meno propensi a parlare. Prendiamo per esempio il “Tour du Nose”, un macroscopico viaggio nell’apparato olfattivo: oltre a dare uno sguardo all’anatomia nasale, i visitatori imparano come il corpo umano respira, come individua e distingue gli odori, come viene prodotto il muco e come e perché si starnutisce. Il tutto in modo, bisogna ammettere, assai divertente: una lieve brezza d’aria simula il respiro, ogni tanto si rischia di essere colpiti da un bel gocciolone di “moccio” e i visitatori sono accolti nel nasone artificiale come un qualunque corpo estraneo che si introduca in un naso reale: con un sonoro starnuto. Altri starnuti possono essere provocati tirando grosse palle di polline.

Dall’apparato respiratorio a quello digerente il passo è breve. Così si possono provocare esilaranti “ruttini” pompando gazzosa nello stomaco di un pupazzo. Ovviamente a scopo educativo: imparare cosa provoca acidità e gas nello stomaco e come si originano appunto i “ruttini”. E ancora: uno scivolo gigante rappresenta l’intestino, con le varie tappe percorse dal cibo (inclusa l’ultima, cosa che comunque non sembra affatto spaventare i piccoli visitatori).

I vari organi interni del corpo, in plastica, possono essere maneggiati e poi disposti correttamente in un modello di torso umano. Un grosso flipper insegna quali cibi sono all’origine della pancia gonfia (e delle sue poco piacevoli conseguenze). E c’è posto anche per exibit di dubbio gusto, ma altamente apprezzate dai ragazzini. Cogliendo fior da fiore: la “macchina che vomita” e il “ruttometro”, che misura quanto tempo una persona impiega a… vabbe’, avete capito. Senza dimenticare il gioco che produce i diversi cattivi odori prodotti dal corpo umano che il visitatore deve poi attribuire alle varie aree “di origine”.

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