Quando la terra trema

    Franco Gambale e Marilena Spertino
    Quando la terra trema. Sopravvivenza, emozioni e scienza tra Fukushima e l’Emilia
    Edizioni Scienza express, 2012
    pp. 160, euro 16,00

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    Come molti altri amici, anche io ho letto il libro di Franco e Marilena con la stessa emozione con la quale avevo seguito la loro vicenda in Giappone. Il libro fa rivivere la trepidazione provata ascoltando Franco per telefono in quei giorni e trasmette il valore umano e morale della serenità e della pacatezza con la quale rassicurava amici e familiari. Una breve appendice di carattere “tecnico” aiuta a capire lo scenario del terremoto che alle 14:46 dell’11 marzo 2011, pochi minuti dopo il loro arrivo a Sendai, ha devastato il Giappone.

    Il diario dei giorni che vanno dalla “nostra” mattina di Venerdì 11 alla notte di Domenica 13 marzo 2011 è narrato in alternanza da Franco e Marilena. Gli stessi episodi, i momenti di paura e di speranza, i sentimenti di gratitudine per i cittadini giapponesi sono raccontati con le loro personali sensibilità e fragilità. Gli interventi dei due autori sono simbolicamente raccordati da brevi ed efficaci citazioni da Hagakure, di Yamamoto Tsunetomo (1659 – 1710), una raccolta di principi morali e di norme comportamentali, di notazioni sulla leggerezza e la bellezza del vivere con onore, che costituiscono il nucleo di quell’insieme di principi che costituì per secoli l’etica di tutto il popolo giapponese (bushido). La differenza, sinergica, di emozionalità dei due autori rende il libro particolarmente suggestivo, grazie anche al mescolamento costante di pudore e sbigottimento, paura e coraggio, lucidità e incapacità perfino a ben rendersi conto di cosa fosse successo.

    Anche chi conosce bene Franco, e quindi non si stupisce della sua capacità di affrontare situazioni difficili e di prendere decisioni cruciali “nello spazio di sette respiri”, prova un senso di smarrimento e panico riflesso immaginandolo, straniero, nel mezzo della devastazione. A me sembra che dai racconti di Franco traspaia che avere accanto Marilena fosse motivo di addizionale preoccupazione e timore, ma anche presenza rassicurante e – in qualche modo – coronante 40 anni di vita vissuta assieme. Per quanto ne so, nessuno dei due parla, legge o intende il giapponese e sono le fotografie riportate da un giornale giapponese, distribuito gratuitamente nel centro di accoglienza, che li mettono per la prima volta di fronte alla «devastazione dello tsunami che ha travolto case, auto, manufatti, persone, animali, qualsiasi cosa il mare abbia trovato di fronte a sé». E la «realtà sussurrata, temuta, incombente» appare in tutta la sua drammaticità.

    Aver vissuto in prima persona un evento tragico e devastante come il terremoto di Sendai avvicina immediatamente Franco e Marilena ai cittadini dell’Emilia vittime del terremoto del maggio 2012. E alla pietà e solidarietà si unisce una lucida analisi delle difficoltà del nostro paese ad affrontare e prevenire situazioni di emergenza di questo livello.

    So che per molto tempo Marilena non si è sentita pronta a tornare in Giappone e rivivere l’angoscia di quei giorni e credo che ancora oggi – con una dignità e un pudore tipicamente “giapponesi”- sia riluttante a parlare del terremoto in maniera superficiale, discorsiva. Poi il ricordo e la nostalgia delle amicizie, della non più giovane signora MiekoShoji (uno degli “angeli” che ha custodito Marilena), il desiderio di testimoniare gratitudine e amicizia, uniti alla determinazione di Franco a fare quella conferenza che si era impegnato a tenere a marzo 2011, prevalgono e un anno e mezzo dopo Franco e Marilena sono tornati a Sendai.

    Un libro da leggere per capire cosa è successo, cosa si può e si dovrebbe fare e come avere a cuore il bene comune, l’interesse collettivo e non personale anche nei momenti più difficili della vita.

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